MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

IL GRANDE TEATRO DELLE CIVILTÀ

2023.05.12

Text by Chiara Cappelli

Si apre il dialogo tra Fendi e la Fondazione Arnaldo Pomodoro: insieme celebrano il maestro con la mostra Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà, un vero e proprio “teatro” autobiografico.

Tutto ha inizio a Roma, al Palazzo della Civiltà Italiana, dove Fendi incontra la grandiosità dello scultore italiano Arnaldo Pomodoro.  La collaborazione con la Fondazione rientra in un progetto ben più ampio che la Maison italiana sta conducendo da alcuni anni, con l’intento di unire il rispetto per l’eredità storica al sostegno e alla diffusione dei linguaggi artistici contemporanei. Il rapporto tra il marchio e la Fondazione nasce con lo stabilimento di Fendi nello spazio di Via Solari a Milano, ex sede espositiva di Arnaldo Pomodoro, dove tutt’ora è custodito uno dei suoi lavori più significativi e rappresentativi. La retrospettiva appare come un “teatro” autobiografico, reale e mentale allo stesso tempo, storico e immaginifico, inserendo il pubblico in un percorso che attraversa settant’anni di ricerca e di lavoro dell’artista. Un vero e proprio connubio tra arte e moda, tra architettura e storia, alla ricerca di nuove forme di collaborazione basate sulla sostenibilità e sull’innovazione. Si crea un’equilibrio tra le opere della mostra e l’ambiente che la ricorda, gli spazi interni ed esterni del Palazzo: circa trenta sculture realizzate a partire dalla fine degli anni Cinquanta e una serie di materiali d’archivio dialogano intensamente con l’architettura del Colosseo Quadrato, creando una connessione tra dimensione progettuale e la sua realizzazione. 

FENDI & Fondazione Arnaldo Pomodoro, La Profezia (Cassandra).

Fendi e Fondazione Arnaldo Pomodoro annunciano l’avvio di una partnership pluriennale in cui mission e vision di entrambi trovano espressione condivisa nella celebrazione dell’arte. 

La scultura nella vita di Arnaldo Pomodoro è una costante che non abbandona mai, è lo specchio dell’intimità dell’artista stesso. La mostra in collaborazione con Fendi è un’autobiografia visiva che permette al pubblico ad andare oltre la semplice osservazione, ma di capire in profondità il linguaggio e la grandezza dei suoi lavori nel corso della storia. Fotografie, documenti, bozzetti e disegni supportano le opere maggiori e illustrano la ricerca e lo studio dietro a queste: Pomodoro si concentra sulla deformazione e destrutturazione di solidi geometrici per scoprire cosa si racchiude al loro interno. L’analisi di figure come la sfera o il cubo prosegue più a fondo, trovando una relazione con l’essere umano e l’esigenza di approfondirne allo stesso tempo anche il profondo interno. Il Grande Teatro delle Civiltà esplora l’interconnessione fra arti visive e arti sceniche, mostrando al pubblico molteplici riferimenti a quelle civiltà arcaiche, antiche, moderne, e probabilmente anche fantastiche, a cui l’opera di Pomodoro si ispira costantemente. Le forme e i materiali sono al tempo stesso memoria del passato e visione del futuro, dando una nuova immagine alle nostre conoscenze, ai nostri immaginari, all’esperienza del tempo e dello spazio che ci appartiene, alla storia e al mito. La mostra, a cura di Lorenzo Respira e Andre Viliani, prende avvio all’esterno dell’edificio, dove ai quattro angoli sono poste rispettivamente le sculture Forme del mito (1983): le opere si inseriscono nell’equilibrio creato tra il paesaggio naturale e la comunità urbana circostante, ridisegnando e dando un significato del tutto nuovo al Palazzo, che appare come interpretabile, in continua mutazione. Il pubblico si dirige verso l’interno del Colosseo Quadrato, dove già nel vestibolo d’ingresso incontra due opere-costume di Pomodoro, realizzate da quest’ultimo per due spettacoli teatrali. Nascono presentando materiali differenti, alcuni scultorei e altri più semplici, come la rafia, per richiamare le culture della Grecia arcaica così come le tradizioni africane e asiatiche. 

FENDI & Fondazione Arnaldo Pomodoro, Movimento in piena aria e nel profondo.
FENDI & Fondazione Arnaldo Pomodoro, Costume di Creonte.
FENDI & Fondazione Arnaldo Pomodoro, Le battaglie.
FENDI & Fondazione Arnaldo Pomodoro, Costume di Didone.
FENDI & Fondazione Arnaldo Pomodoro, Rotativa di Babilonia.

Il percorso del pubblico alla scoperta di Arnaldo Pomodoro segue le logiche di un’opera teatrale: la mostra prosegue in due sale speculari e una terza di raccordo, come due atti con un intermezzo. Allestite simmetricamente, Le battaglie (1995), di colore nero, e Movimento in piena aria e nel profondo (1996-1997), di colore bianco, donano nuova vita agli ambienti principali. La prima evoca un capolavoro rinascimentale di Paolo Uccello, mentre la seconda rappresenta l’agire scultoreo come “scavo dentro la complessità delle cose” che si solidifica nella consapevolezza di poter “curvare il tempo e lo spazio”. Accanto a queste, Continuum (2010), un’opera simbolo che appare al pubblico come una sorta di tracciato che presenta i codici e l’inventario di tutta la sua scrittura. Come una mostra nella mostra, nello stesso spazio i materiali progettuali e documentari di Arnaldo Pomodoro richiamano l’atmosfera dello studio del grande scultore e lo spirito del suo archivio. Il viaggio si conclude sul loggiato del terzo piano con Osso di Seppia (2011-2021), matrice simbolica di tutte le opere dell’artista, che ha dato avvio alla sua ricerca scultorea incidendo proprio l’osso di seppia, diventandone un elemento emblematico. Il Grande Teatro delle Civiltà è un’occasione speciale per approfondire la conoscenza dell’artista e il suo rapporto con la città eterna, ma è al tempo stesso il punto di partenza per un’esperienza più ampia, mirata a scoprire tutte le opere di Pomodoro collocate a Roma e nel mondo. Il pubblico attraverso il percorso crea una connessione con la carriera dello scultore, con la sua vita privata attraverso schizzi e disegni, e percepisce l’importanza dell’eredità storica in un ambiente contemporaneo. 

FENDI & Fondazione Arnaldo Pomodoro, Osso di seppia.

Il Grande Teatro delle Civiltà esplora l’interconnessione fra arti visive e arti sceniche e mette in evidenza il rapporto tra la dimensione progettuale dell’opera e la sua realizzazione.

Il rapporto tra la Maison e la Fondazione si sviluppa e prosegue nel puro mondo della moda con l’interpretazione dell’iconica borsa Peekaboo di Fendi, creata da Silvia Venturini Fendi. Arnaldo Pomodoro prende parte al progetto globale Canvas Peekaboo, unendosi agli artisti, designer e personaggi iconici che, dal 2014, si sono impegnati nella creazione di pezzi unici che rappresentano una testimonianza di avvenimenti speciali per la Maison. Lo scultore non solo rivoluziona la borsa attraverso il suo linguaggio, ma mette in discussione l’oggetto stesso, sottoponendolo a una trasformazione in qualcosa di misterioso e al tempo stesso visionario: la sua forma particolare potrebbe suggerire uno scudo medievale, un animale mitologico ricoperto di aculei appuntiti, o forse un fiore esotico dai lunghi pistilli. 

 

 

Per maggiori informazioni fondazionearnaldopomodoro.it.

Peekaboo bag by Arnaldo pomodoro.

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