Ho riflettuto spesso sulla differenza tra amore e devozione. Mi sono reso conto che le persone amano le cose fisiche, come una persona, un posto, un cibo, o anche determinate attività. Ma la devozione è solitamente attribuibile a cose non fisiche come idee, filosofie o modi di vivere, anche le religioni fanno parte di questo dominio. Durante il corso della storia sono state costruite innumerevoli case di culto religioso caratterizzate da meravigliose decorazioni e iconografie per trasportare e aumentare la connessione soggettiva delle persone con le esperienze non tangibili. Come le popolazioni e le migrazioni, l’adesione alle filosofie e le religioni possono andare e venire. Sono nato in un contesto culturale e temporale in cui molte pratiche cattoliche sono state abbandonate da generazioni più giovani, più “scientifiche” e razionali.
“Dopo essere entrato in questi luoghi di culto abbandonati non possono non immaginarmi di sentire le preghiere che ancora riverberano in queste stanze”.
Con l’evolversi della modernità contemporanea molti siti devozionali sono caduti in rovina e disuso e alla fine sono stati chiusi a causa di problemi finanziari e di sicurezza. Dopo essere entrati in questi luoghi di culto inutilizzati e abbandonati, quando i miei assistenti fotografici per un motivo o per l’altro hanno lasciato la stanza, e vi sono rimasto brevemente da solo, in qualche modo non ho potuto fare a meno di immaginare le preghiere del passato riverberare in queste stanze. In questi momenti così privati, immagino e sento i lamenti cumulativi e sovrapposti della folla e mi chiedo se quelle preghiere siano mai state ascoltate. In qualche modo, mi sembra di sentire ancora i loro echi mormorare. Queste le parole di Robert Polidori scritte in aereo durante il volo verso Napoli in occasione dell’apertura della mostra.