Inez & Vinoodh. THINK LOVE.
Project Room #21, Paris
From November 13 until December 12, 2025
Entrare nella Project Room #21 di India Mahdavi, dal 13 novembre al 12 dicembre 2025, è un po’ come varcare la soglia di un diario visivo che parla d’amore, di memoria e di scoperta. Lo spazio espositivo non raccoglie semplicemente fotografie: ci avvolge ed immerge tra immagini che racchiudono il patrimonio di una storia lunga quarant’anni—quella della coppia artistica Inez & Vinoodh, in attesa della grande retrospettiva CAN LOVE BE A PHOTOGRAPH che aprirà al Kunstmuseum Den Haag nel marzo 2026. Mentre ci muoviamo tra le pareti dello spazio, ci sorprende una sensazione immediata: queste opere sprigionano un’energia che sembra non finire mai. Inez & Vinoodh sono degli avanguardisti per vocazione: fin dai primi anni ’90 hanno infatti infranto gli schemi, intuendo per primi che la tecnologia digitale non sarebbe stata solo uno strumento, ma un linguaggio nuovo, capace di dare forma a emozioni e mondi interiori. Ciò che vediamo oggi è un dialogo continuo: tra il loro passato sperimentale e un presente in cui la fotografia si reinventa con l’introduzione di nuovi mezzi.
Muovendosi tra moda e arte, c’è qualcosa di affascinante nel modo in cui questi due artisti abitano contemporaneamente i due mondi. Guardando le loro immagini esposte nella Project Room, si percepisce come queste dimensioni si sfiorino e si contaminino: un ritratto sembra avere la raffinatezza di un editoriale, mentre una scena più concettuale porta con sé la sincerità di una confessione personale. Il cuore pulsante della mostra: un bacio sotto un velo rosso. Poi, eccolo lì: THINK LOVE., il trittico che dà il titolo all’esposizione. Un’immagine che cattura immediatamente l’attenzione. Due amanti—gli artisti Charles Matadin e Natalie Brumley—si baciano sotto un velo trasparente color rubino. È un bacio che trasmette l’ebbrezza dell’amore e allo stesso tempo quell’intimità che appartiene solo alle connessioni profonde. Avvicinandoci, possiamo quasi percepire il richiamo simbolico a Il bacio di Gustav Klimt: la struttura in denim che avvolge Charles richiama il principio maschile, mentre la trama morbida del pizzo di Natalie è un’allusione al movimento femminile.
“Il nostro lavoro, per quanto ben pianificato, dipende dall’improvvisazione. Il delicato scambio con i nostri soggetti nel momento è fondamentale per il nostro processo. L’immediatezza e l’intimità dell’iPhone, pur preservando la massima qualità fotografica, sono state per noi un punto di svolta.”
Alle spalle dei due amanti, nello scatto protagonista della mostra, si staglia un paesaggio texano che suggerisce un viaggio verso un futuro fragile, dove la fuga nella natura diventa condizione essenziale per ogni possibile “paradiso”. Le fotografie esposte sono infatti state scattate a Marfa, in Texas, come parte della mostra itinerante Joy, In 3 Parts, curata da Kathy Ryan in collaborazione con Apple. C’è un dettaglio che in molti noteranno solo leggendo le didascalie: queste immagini sono tra le prime mai realizzate con l’iPhone 17 Pro Max. Non come esperimento amatoriale, ma come vera e propria esplorazione professionale. E mentre guardiamo i colori, la luce, i dettagli che emergono con nitidezza, ci rendiamo conto di quanto il dispositivo sia diventato parte integrante della pratica fotografica contemporanea, è una riflessione immediata e che ci accomuna. Apple, offrendo agli artisti uno spazio creativo non legato a esigenze editoriali o commerciali, sembra dire: “Ecco uno strumento. Fatene un’estensione del vostro sguardo.” E Inez & Vinoodh l’hanno fatto, con una naturalezza che lascia intuire cosa significhi usare la tecnologia non come limite, ma come territorio nuovo da esplorare con curiosità ed entusiasmo.
Curata da Kathy Ryan, la mostra itinerante ruota attorno a una parola semplice e complessa: gioia; camminando nella Project Room, si sente questa eco ovunque. È il calore di un amore giovane, la pace e serenità di una complicità costruita nel tempo. E mentre ce ne stiamo lì, circondati da queste immagini che respirano, ci accorgiamo che la missione di India Mahdavi—portare cultura nel cuore del quartiere che ama—prende forma sotto i nostri occhi. Questa è la prima mostra fotografica ospitata nella sua serie di Project Room, eppure sembra che lo spazio fosse stato pensato da sempre per accogliere questa riflessione sull’amore, sulla creatività e sull’incontro umano. Uscendo dalla mostra, il mondo fuori sembra leggermente cambiato. Forse è solo un’illusione, o forse queste fotografie hanno lasciato su di noi una traccia sottile: la voglia di guardare con più attenzione, di riconoscere la bellezza anche negli attimi più semplici.
Per maggiori informazioni theravestijngallery.com.