MI Ciao Sienna, che piacere parlare con te in occasione di questa Cover Story per il numero di Febbraio. Eri meravigliosa negli iconici look della collezione Gucci Love Parade. Lo scorso Novembre, quando è stata presentata a Los Angeles, sono rimasta incantata davanti alla consistenza e all’energia creativa di Alessandro Michele. Penso sempre che i suoi abiti abbiano una qualità speciale nel far sentire le persone sicure di sé… Qual è il tuo rapporto con la sua visione?
SM Per me ciò che Alessandro ha fatto con Gucci è una delle cose più creative che siano mai state fatte presso un brand. Non si tratta solo degli abiti, che ovviamente sono incredibili, ma si tratta dello spirito e l’anima delle persone con cui sceglie di lavorare, dagli ambassador ai talent coinvolti nelle campagne, per lui non si tratta di chi sei, ma di come sei in quanto essere umano, il suo è un approccio creativo e inclusivo. Ogni singolo pezzo di quella collezione è eccezionale, quando ho assistito allo show ho pensato fosse la cosa più incredibile io avessi mai visto. In realtà lo penso ogni volta, eppure resto sempre meravigliosamente stupita. Mi sento onorata di essere parte della famiglia Gucci, non sono un tipo da social media e di certo non creo l’ engagement di cui un brand di questo livello avrebbe bisogno, ma per Gucci ciò che conta è lavorare con persone la cui essenza corrisponda ai loro valori, e credo sia questo il cuore del nostro rapporto.
“Adoro lavorare a grandi produzioni cinematografiche, ma la magia per me avviene con film più piccoli e raccolti. Spero di poter continuare a prendere il meglio di questi due mondi, e del teatro, che forse è il mio unico vero amore”.
MI Alessandro ha cambiato la narrazione attorno al tema di genere e determinato una fortissima evoluzione nel modo in cui oggi la moda vi si rapporta. Credi che l’industria cinematografica stia andando in una direzione più inclusiva? Non solo in termini di sceneggiatura ma anche nel modo in cui i generi vengono trattati in questo settore. So che sei sempre stata molto attiva sul tema della disparita tra i sessi…
SM Negli ultimi tre anni è avvenuto senz’altro un forte cambiamento, c’è una rivoluzione in corso e credo che nell’industria cinematografica oggi l’inclusività sia davvero centrale, per tutti. Nelle campagne pubblicitarie con le quali sono cresciuta ad esempio, c’erano solo donne e uomini caucasici; ma oggi sono così felice di poter vedere finalmente rappresentate persone di tutte le età, forme, genere e orientamento sessuale. La strada è ancora lunga, ma sento che il mondo sta evolvendo, creando uno spazio all’interno del quale tutti sono i benvenuti. Anche Hollywood è cambiato radicalmente e molte persone si sono battute perché divenisse più inclusivo. Alcune categorie sono sempre state marginalizzate nei film, ma come donna che lavora nell’industria dell’intrattenimento hollywoodiano, oggi sento di poter avere delle conversazioni che in passato non sarebbero state possibili. Oggi, sento il sostengo delle altre donne, so che se qualcosa andasse storto, o se mi sentissi in qualche modo compromessa ci sarebbero persone pronte a sostenermi, e questa solidarietà è per me fondamentale. È grandioso assistere a questi cambiamenti, sopratutto come madre sapendo che il mondo in cui mia figlia sta crescendo è molto diverso da quello che ho vissuto io, e questo lo trovo incoraggiante.
Continua a leggere l’intervista su Muse February Issue 59.