RICHARD PRINCE: Early Photography, 1977–87
March 9–April 13, 2024
Gagosian, New York
A partire dalla fine degli anni Settanta, Richard Prince ha ridefinito i concetti di paternità, proprietà e di cura, appropiandosi delle immagini dei mass media, della pubblicità e dell’intrattenimento. Applicando la sua personale comprensione delle complesse transazioni che vanno dalla rappresentazione al fare arte, ha sviluppato una firma propria, ricca di echi di altre firme, ma indiscutibilmente sua. Nato nel 1949 nella Canal Zone di Panama, allora territorio degli Stati Uniti, Richard Prince si trasferisce nel 1954 in un sobborgo di Boston. Nel 1973 si trasferisce a New York, dove scopre l’arte concettuale. Mentre lavorava presso il Time-Life Building come preparatore di ritagli di riviste, si rese conto delle infinite possibilità creative permesse dalle immagini pubblicitarie: i primi lavori, come Untitled (Cigarettes) e Untitled (Three women looking in the same direction), consistono in immagini pubblicitarie tagliate, ri-fotografate e giustapposte. L’aspetto volutamente artificiale delle fotografie accomuna Prince ad artisti contemporanei come Cindy Sherman e Jack Goldstein, anch’essi maestri della fotografia capace di sfumare il confine tra realtà e artificio.
La mostra presso Gagosian, New York presenta una grande raccolte delle più iconiche fotografie di Prince: cowboy, fidanzate e pubblicità, alcune delle quali non sono mai state esposte in precedenza nel mondo. Include anche la serie completa di The Entertainers (1982-83), una serie raramente vista di fotografie manipolate scattate all’interno dei bar, di alcuni club e nei ristoranti di Times Square, capace di catturare lo sleazy glamour del luogo. Sono esposti anche diversi materiali d’archivio, tra cui scritti dell’artista e materiale di partenza del suo periodo di lavoro nel reparto foglietti della rivista Time. Nella fotografia in bianco e nero Untitled (Self-Portrait) (1980), Prince si ritrae con trucco per gli occhi e rossetto insieme a giacca e cravatta, scardinando i temi dell’alienazione e dell’incertezza sessuale e sociale presenti in tutta la sua carriera. Come scrisse Prince in un suo saggio del 1983 intitolato Cowboys: The Perfect Tense, Alcune persone vorrebbero provare a cambiare luogo, solo per un giorno, con qualcuno che ammirano o addirittura invidiano, per vedere come potrebbe essere, per vedere se potrebbe essere come hanno sempre immaginato possa essere. In Untitled (Cowboy) (1980-84), Prince mostra un soggetto che si fonde con il paesaggio del West americano, accentuando un tipo mitizzato di individualismo eroico. In opere come Untitled (Couple) (1977) e Untitled (Man Looking to the Left) (1978), Prince esplora i tropi della mascolinità in immagini rifotografate di modelli dalla mascella squadrata e in giacca e cravatta, mettendo in discussione la loro autenticità attraverso una rappresentazione fortemente stilizzata. Altre opere ritraggono pubblicità di oggetti come orologi di lusso e penne – oggetti che Prince ha descritto come estranei a lui – in un modo talmente lucido e allo stesso tempo generico da far pensare alla mancanza totale di autore individuale.
Dal punto di vista di Prince, questo rende le sue fonti un gioco da ragazzi per la ricontestualizzazione; non a caso egli classifica i fotografi originali come commissionati: “Erano a pagamento, mentre io lavoravo in modo completamente diverso“. Prince è sempre stato un avido collezionista e un perspicace cronista delle sottoculture e dei vernacoli americani e del loro ruolo nella costruzione dell’identità nazionale statunitense: ha esplorato le complessità del razzismo, del sessismo e della psicosi nell’umorismo mainstream; lo status mitizzato dei cowboy, dei motociclisti, delle auto personalizzate e delle celebrità; e, più recentemente, il fascino pulsante della narrativa pulp e del soft porn. Nel 1977 ha iniziato a utilizzare un processo di rifotografia per appropriarsi di scatti provenienti dalla pubblicità e dalla stampa di costume, ridefinendo i concetti di paternità e originalità, un approccio che avrebbe poi esteso ai social media. Grazie a un’elisione consapevole degli obiettivi e delle tecniche di creazione di immagini tradizionali, la tecnica consente a Prince di ri-orientare l’autorità di un referente visivo. Molte opere rivelano una fascinazione per il mezzo fotografico come strumento di categorizzazione e catalogazione, con un taglio sociologico e antropologico: Untitled (Three Women Looking in the Same Direction) (1980) assembla i suoi soggetti esclusivamente in base all’atteggiamento delle loro teste; Criminals and Celebrities (1986) raggruppa immagini di personaggi famosi e famigerati nell’atto di tentare di schermarsi dallo sguardo invadente della macchina fotografica; e Untitled (Fainted) (1980) raccoglie quattro fotogrammi di donne svenute. In questo modo, l’organizzazione delle immagini di Prince rispecchia la moneta corrente (e la natura intrinsecamente parziale) della fotografia di stock e anticipa l’ubiquità delle immagini fotografiche categorizzate ed etichettate nell’era delle ricerche su Internet e dell’intelligenza artificiale, un periodo in cui il mezzo è diventato allo stesso tempo più disponibile – e meno affidabile che mai.
“Quando metti un’immagine già esistente davanti alla macchina fotografica, sai già cosa otterrai. Hai eliminato il momento decisivo”.
Per maggiori informazioni gagosian.com.