“I materiali che uso per le mie sculture esistono da secoli. I loro cicli di vita sono più prolungati del tempo umano”, ha spiegato l’artista californiana a MUSE magazine subito dopo l’apertura della sua mostra durata un anno all’Art Institute di Chicago: Our Friend Fluid Metal (aperta al pubblico fino all’autunno 2022).
Abbiamo conversato di questo e della sua impressionante pratica, il cui impiego è stato perfezionato in quasi cinque decenni di lavoro, che inoltre incorpora un principio ingegneristico chiamato tensegrità. Dalla sua vasta proprietà nel Topanga Canyon, dove risiede dagli anni ’80, lavora ai suoi disegni e alle sue sculture. Il risultato finale è il preciso e impressionante equilibrio tra compressione e tensione.
PS Parlami delle interconnessioni nel tuo lavoro, dove le idee di spazio e tempo entrano in gioco.
NR La mia scultura suggerisce un momento specifico nel tempo e nello spazio.
Utilizzare oggetti di recupero come componenti base delle mie sculture è un richiamo visivo al fatto che gli uomini hanno creato e ricreato oggetti sulla base dei bisogni percepiti, che siano aeroplani o parcogiochi in alluminio per bambini. Quando penso alla storia degli elementi che compongono gli oggetti di recupero che utilizzo nel mio lavoro, come l’alluminio, l’ottone o il ferro, rifletto sul ciclo di vita che hanno vissuto, spesso preplanetario. Quando li trovo, ognuno di questi è in un momento preciso del proprio ciclo di vita. Compressione, espansione e gravità sono le forze che uniscono questi elementi.
PS Hai descritto i tuoi disegni, i loro segni sulla carta, come una collezione di energia. Potresti approfondire questo aspetto?
NR Uso la grafite sulla carta ruvida per dare forma ai miei disegni, densi tratti si stratificano in fiumi e onde.
La carta mantiene i segni e sviluppa lucentezza, struttura, e una particolare profondità spaziale, che l’osservatore non è in grado di cogliere completamente. Vedendolo da diversi angoli, il disegno presenta i suoi diversi aspetti all’osservatore che vi cammina attorno. I segni richiedono una certa quantità di tempo per essere applicati, ma la carta si attacca al muro con le puntine molto velocemente, sviluppando una forma tridimensionale. I disegni mi hanno sempre trasmesso la sensazione di essere come una batteria di riserva.
PS Raccontami come il tuo lavoro viene influenzato da una relazione geologica e cosmica con il materiale e il tempo.
NR I materiali che utilizzo per le mie sculture esistono da secoli. Il loro ciclo di vita è spesso più lungo della vita umana.
Penso che il tempo e lo spazio siano percepiti da ognuno di noi in modo unico e diverso, ma penso anche che il tempo inteso come storia dell’umanità sia ciclico.
PS Cosa ne pensi di tempo e spazio? Il tempo è ciclico?
NR Penso che il tempo e lo spazio siano percepiti da ognuno di noi in modo unico e diverso, ma penso anche che il tempo inteso come storia dell’umanità sia ciclico.
PS Vivendo a Topanga, sei attirata dalla storia della zona? Dalle disparate vite (e morti) e dalle opere create in quel luogo? Ce n’è qualcuna significativa?
NR Topanga per me è sempre stata casa, sin da quando ho traslocato lì per la prima volta. Sono affascinata dai suoi dintorni naturali. La terra, viva ed energica, si rinnova continuamente. Il territorio vasto, il continuo cambiamento climatico, gli uccelli e gli altri animali che ne condividono il suolo, le piante del deserto e i fiori, tutto questo è sempre interessante per me, e dove mi sento di appartenere.
Continua a leggere l’intervista su Muse February Issue 59.