Se le possibilità sono solo per quelle persone che sanno coglierle, allora Malika El Maslouhi è una di loro. La modella italo-marocchina stava semplicemente cercando un lavoro temporaneo per mantenersi durante gli studi, quando quel lavoro, si è trasformato in una promettente carriera. Il suo mondo è sbocciato. Entrata nell’agenzia Viva Paris, Malika ha iniziato subito a sfilare per alcuni dei brand più rilevanti del sistema moda, collaborando a editoriali e campagne di altissimo livello. Mentre traccia il suo percorso, noi l’abbiamo incontrata per parlare della sua ammirabile etica lavorativa, di come la moda stia diventando un luogo più inclusivo e della sua speranza di vedere il mondo trasformarsi in un luogo più sostenibile nel quale poter vivere il futuro.
JM Ciao Malika, come stai? Ho visto che stai lavorando a tanti bellissimi progetti. Come ti prepari di solito per uno shooting, mentalmente e fisicamente? Hai una routine?
MEM Affronto il lavoro molto seriamente, consapevole che ogni cliente si aspetta il massimo dallo shooting, che per me significa dare il massimo della mia energia ed essere al meglio fisicamente, ma è un po’ più impegnativo quando si tratta di essere pienamente presente anche a livello mentale. A volte l’atmosfera è tesa sul set, i clienti sentono la pressione del risultato, e nella mia esperienza mantenere l’atmosfera leggera e piacevole può alleviare parte di questo stress. Dopo tutto, quando l’atmosfera è distesa il risultato del lavoro è semplicemente migliore.

“L’essere modella ha sempre avuto a che fare con la rappresentazione di un momento storico, ma oggi si tratta piuttosto di un ‘momento collettivo’.”
MEM No, mai. Ma dopo il liceo, ho iniziato subito l’università e avevo bisogno di un lavoro per pagarla! All’epoca ero stata fermata molte volte per strada da agenti e talent scout, così ho deciso di fare un tentativo! Il destino volle che, quando entrai nell’ufficio di un casting director, incontrai una signora, un’agente di Viva Paris. Le sono piaciuta così tanto che la settimana dopo sono volata a Parigi (per la prima volta nella mia vita) e ho firmato un contratto con loro! Per un anno ho cercato di destreggiarmi tra università e lavoro, ma era troppo, così ho deciso di concentrarmi a tempo pieno sulla carriera.
JM Qual è stato il tuo primo impatto con l’industria della moda? È forse solo negli ultimi 2-3 anni che si è finalmente trasformata in un ambiente più inclusivo. Cosa ne pensi?
MEM Credo che la diversità sia in qualche modo sempre stata presente, anche se la democratizzazione della moda ha sicuramente portato ad un grande cambiamento.
L’essere modella ha sempre avuto a che fare con la rappresentazione di un momento storico, ma oggi non si tratta più di questa celebrità prettamente individualista, piuttosto di un “momento collettivo”. Mentre barriere e stigmi vengono abbattuti, sta a noi, la nuova generazione, alimentare questo cambiamento. Noi siamo “il momento” e il cambiamento è appena iniziato.
Continua a leggere l’intervista su Muse February Issue 59.
