Conosciuto come uno dei designer più influenti e carismatici del nostro tempo, John Galliano ha vestito uomini e donne di tutto il mondo per quasi 15 anni tra Givenchy e Dior. Galliano ha reinventato i codici dell’industria della moda trasformando le sue sfilate in concrete fantasie immersive, e ha contribuito a trasformare quella che era solamente un’industria elitaria in un business globale. Nel 2011, la carriera di Galliano termina bruscamente dopo la diffusione di alcuni video in cui propaga insulti antisemiti in un bar di Parigi. In High&Low: John Galliano, Kevin Macdonald indaga sulle molteplici sfaccettature e contraddizioni di un personaggio come Galliano e su quel contesto compreso di decenni di pressioni sociali e di tossicodipendenza che hanno circondato il suo declino e la sua rinascita. Attraverso alcune interviste con amici e famiglia, e direttamente da John Galliano stesso ripreso mentre parla alla telecamera, Macdonald dipinge nel suo nuovo documentario la vulnerabilità di uomo dietro al genio pubblico e la sua ricerca di redenzione.
“Non ho un particolare interesse per la moda, ma ero interessato a Galliano in quanto personaggio e al suo ruolo nella trasformazione dell’industria dalla fine degli anni ’90 all’inizio del 2010. Siamo stati fortunati ad avere accesso a un enorme tesoro d’archivio ed è stato straordinario vedere come un John timido e diffidente si sia trasformato nel corso degli anni”.
Nel 1982, Galliano è uno studente che frequenta la Central St.Martins di Londra per studiare fashion design. Arriva nel quartiere Streatham direttamente da Gibilterra, i genitori ancora sconvolti a causa della sua omosessualità. Riesce a guadagnare qualche entrata extra lavorando come assistente del sarto di Savile Row Tommy Nutter, fashion designer per Mick Jagger, i Beatles e Sir Elton John. Sempre nello stesso periodo – durante i primi anni Ottanta – Galliano scopre il mondo del clubbing. Come ha dichiarato lui stesso, Soho all’epoca significava uomini con impermeabili beige, locali a luci rosse, suona il campanello e sali su. C’era una miscela di clientela con il pubblico teatrale e alcuni grandi club. Le Beat Route, Taboo, il Wag. Le prime sfilate di moda di Galliano riflettono particolarmente quel senso di teatralità, anarchia ed edonismo tipico di questi luoghi: in seguito al successo delle prime collezioni ottiene il sostegno finanziario di Peder Bertelsen, assume un team personale e nel 1989 si esibisce per la prima volta a Parigi – nell’esatto momento in cui Bertelsen decide di tirarsi indietro. Sull’orlo del fallimento, Galliano decide comunque di trasferirsi nella capitale francese e di farsi ospitare da alcuni amici. Nel 1993, Anna Wintour organizza un incontro con John Bult (del gruppo bancario Paine Webber) e convince Saõ Schlumberger a prestare a Galliano la sua villa personale per una sfilata di moda. Arriva all’apice del successo. Stilista capo del fiore all’occhiello dell’alta moda francese, Christian Dior, Galliano crea più di una dozzina di collezioni Dior all’anno, comprese di abbigliamento da sci, lingerie, abbigliamento da golf, gioielli e accessori, oltre alle collezioni prêt-à-porter e Haute Couture. Nel 2004 presenta una collezione di abbigliamento maschile, e le riprese dei suoi primi spettacoli sono sublimi: insegna a Kate Moss a camminare con le spalle indietro e il bacino spinto in avanti, così che l’abito scivoli quasi via dal corpo. Sono gli anni 2000 e la moda di Galliano esplode, John diventa un gigante della cultura pop, e viene travolto dalla sua stessa profondità.
“Durante la prima intervista, durata 6 ore, sono rimasto colpito da quanto John fosse a suo agio – guardando dritto attraverso l’obiettivo della telecamera. Aveva l’aria di una confessione”.
Stavo cercando un modo per realizzare un film su ciò che succede quando persone famose “trasgrediscono” e capire come affrontano quella esperienza e come cercano il perdono dalla società. La nostra società ha un rapporto in continua evoluzione con l’idea di redenzione; chi può essere redento e come. Ero interessato a realizzare un documentario su cosa succede quando si fa qualcosa di totalmente inaccettabile; come si trova il perdono e la redenzione?
Galliano e Kevin Macdonald iniziano a parlare tramite Zoom durante il primo lockdown dell’estate del 2020. Si incontrarono di persona per la prima volta nel 2021, in occasione di un’intervista di prova poi svolta in agosto. Quella prima intervista – fatta mentre John era in vacanza nel sud della Francia con il compagno Alexis Roche – convinse Kevin che John non era solo un soggetto affascinante per un film, ma anche un uomo pronto a esporsi in maniera cruda e senza filtri. La produzione è iniziata pienamente a gennaio 2022, e le riprese si sono svolte principalmente a Londra, Parigi e New York. Galliano è stato intervistato nella sua casa di campagna vicino a Beauvais e nella sede di Maison Margiela mentre si preparava per la collezione Haute Couture Cinema Inferno, esibita a Palais Chaillot; un lavoro teatrale-performativo in cui echeggiavano molti dei temi ricorrenti della vita del designer: la tossicodipendenza, l’euforia del successo, gli abusi di potere e la redenzione. Le riprese si sono svolte dietro le quinte, mentre un Galliano ansioso e riservato spariva dietro l’oscurità delle tende del suo spettacolo. A febbraio 2022, Macdonald ha continuato insieme a lui le riprese negli archivi di Dior, a cui il designer ha fatto ritorno per la prima volta dal suo licenziamento. Il film di Macdonald celebra non solo la carriera Galliano, ma anche le mille sfaccettature umane, ricavandone un affascinante ritratto caleidoscopico.