Gabriel Moses attraverso la fotografia narra storie che animano le emozioni dell’osservatore, lasciando spazio alla sensibilità dei personaggi raffigurati. Il fotografo londinese riesce a catturare una particolare luce che caratterizza le sue immagini, profonde e coinvolgenti, creando un’atmosfera piacevole e misteriosa allo stesso tempo. La sua carriera inizia quando lui ha solo 18 anni, ispirato dal senso di comunità e d’identità che ancora oggi plasmano la sua estetica: cresciuto a Londra, dove attualmente vive, ma nato a Lagos, in Nigeria, si sente molto vicino alla sua terra natale, rendendola parte integrante del suo bagaglio ispirazionale e protagonista di interi progetti. 180 Studios presenta un’exhibition dedicata interamente a Moses, mostrando 50 sue fotografie che attraversano il mondo della moda, della musica e dello sport, includendo anche alcuni scatti mai visti prima. Regina, titolo della mostra, è da sempre una parola che lui stesso definisce interessante: ha un suo significato singolare, ma può essere anche il nome proprio di qualcuno. L’exhibition è un saluto alle donne della sua vita, sua sorella, sua madre e sua nipote, coloro che hanno insegnato tanto al fotografo e che da sempre rivestono un ruolo fondamentale nella sua carriera. Gabriel Moses cresce come autodidatta, senza mai studiare l’arte della fotografia a scuola; il suo lavoro si basa sopratutto sulla memoria, lasciandosi intrigare da vecchi ricordi e bei momenti passati con la sua famiglia, in particolare con sua sorella, che all’epoca studiava moda. Le immagini che lei utilizzava come reference per progetti, lui le osservava, le studiava, senza sapere che sarebbero diventate anche la base dei suoi lavori.
“Voglio che il mio lavoro abbia un senso di atemporalità, nel senso che potrebbe essere stato girato nel 2023 come in un periodo completamente diverso.”
La luce di Gabriel Moses rende i colori delle foto brillanti e intensi e permettono di comprendere la forte intimità tra i personaggi raffigurati. Questi ultimi sono ritratti in movimento, catturando il loro lato più naturale e allo stesso tempo più sensibile. I gesti e le movenze delle persone affascinano il fotografo, che rivede in questi una vera e propria danza: “Vedo la danza in ogni cosa” dice lui stesso. Il basket, il calcio o qualsiasi altro sport, Moses prova un forte interesse per ogni disciplina, osservandola e studiandola sempre come fosse un ballo che svela emozioni, attraverso le quali può entrare in contatto con ognuno di noi. La mostra rivela anche due nuovi cortometraggi dell’artista, un’estensione delle fotografie e una celebrazione del movimento. L’ispirazione nasce infatti dalla scuola di danza a Lagos, la Leap of Dance Academy, che lascia un segno nella memoria di Gabriel, il quale si interessa alle tecniche e al modo in cui si muovono le ballerine. I due brevi film, come gli scatti, sono frutto del suo istinto: Regina è il riflesso della sua immaginazione, delle cose che vede quando chiude gli occhi, dei suoi pensieri più profondi. Nei due corti si ritrovano persone che fanno parte della sua vita, tra cui quelle ballerine in Nigeria che lo hanno così incuriosito, esplorando temi comuni all’opera del fotografo attraverso la sua cultura e la sua famiglia. Gabriel Moses racconta se stesso all’osservatore: gli mostra le sue riflessioni ed ispirazioni, inserendolo nel suo universo a volte caotico e confuso, ma sempre evocativo e coinvolgente.
Per maggiori informazioni 180thestrand.com.