Nel cuore di Parigi, nel fermento culturale di Art Basel, la mostra “TYPE-XIV Eugene Studio Project” trascende i confini tra arte e moda, invitando il visitatore in un universo dove ogni gradazione è il risultato di una ricerca profonda sulla natura stessa della materia e del tempo. Qui, la collaborazione tra Issey Miyake e l’artista Eugene Kangawa si rivela in una tensione creativa tra tradizione e avanguardia. Il progetto nasce da un dialogo, fatto di intuizioni e scambi tra il team A-POC ABLE e Kangawa. Da una parte, la poetica delle “Light and Shadow Inside Me”, dove la carta trattata dal sole diventa racconto di assenza e rivelazione, e i fotogrammi monocromi piegano la luce in architetture silenziose. Dall’altra, Miyamae e i suoi ingegneri traslano questi concetti nelle trame e negli orditi di un tessuto realizzato solo con fili bianchi e neri, dove gradazioni, ombre e luci sorgono dalla densità e dalla costruzione interna, non da pigmenti, come se la tecnologia digitale e il sapere sartoriale si incontrassero a “livello di bit”.
L’installazione, progettata da Tsuyoshi Tane e dal suo studio “ATTA-Atelier Tsuyoshi Tane Architects”, si tratta di molto più di una scenografia: è un’ambientazione che diventa paesaggio. Un unico tessuto percorre lo spazio, muta e si plasma da superficie a volume, accogliendo traccia di tutti i passaggi: il piegarsi, lo scolorire, il manifestarsi. L’ambiente, rarefatto e vibrante, invita a una forte contemplazione ma anche a un’esperienza fisica e partecipativa: strumenti, campioni, workshop e itinerari guidati permettono di immergersi nel ricco labirinto del processo creativo. L’aspetto rivoluzionario di questa mostra è l’unione inaspettata tra linguaggi normalmente separati: il tessuto viene trattato come una sorta di superficie fotosensibile, la luce come mezzo pittorico, la memoria come architettura. Kangawa e Miyake partono dalle “unità minime”: il filo singolo, il granello d’argento, la piega, il bagliore, per poi costruire una narrazione fatta di attese, errori, ripetizioni e rivelazioni.
“Tutto ciò che esiste porta già in sé luce e ombra, ancor prima di instaurare qualsiasi relazione con altro. Ciò che ho cercato è una forma di pittura, o di lavoro bidimensionale, in cui sia l’opera stessa a mettere in atto questa condizione.”
In questo scenario, la moda si apre all’arte come uno spazio di possibilità infinte: l’abito non copre ma mostra, la fotografia non fissa ma trasforma, la scultura non immobilizza ma invita al movimento. Non è solo la bellezza a emergere, ma anche la consapevolezza del gesto e il valore della ricerca. TYPE-XIV Eugene Studio Project diventa così una vera soglia tra disciplina e libertà, tra invisibile e visibile, tra antico e futuro. Parigi ne accoglie la vibrazione come una promessa: qui la materia è luce, la luce è storia e ogni visitatore, nel ritmo delle ombre, può cercare la propria metamorfosi.
Per maggiori informazioni isseymiyake.com.