MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

FAMILY TIES

2024.09.30

La prima retrospettiva europea di Tina Barney esplora oltre quattro decenni di fotografie che uniscono l’intimità familiare a una complessa ricostruzione artistica, offrendo uno sguardo patinato sui rituali sociali della borghesia americana ed europea.

Tina Barney. Family Ties 
Jeu de Paume, Paris
From 28 September, 2024 to 19 January, 2025

 

 

 

Tina Barney. Family Ties sarà la prima retrospettiva europea dell’artista e ripercorrerà oltre 40 anni dell’artista Nata nel 1945, Tina Barney iniziò a fotografare parenti e amici alla fine degli anni ’70. Acuta osservatrice delle tradizioni familiari, il suo lavoro si concentra sulle abitudini culturali all’interno di ambienti domestici. I suoi ritratti, caratterizzati da colori vivaci e di grande formato, possono sembrare a prima vista semplici istantanee familiari, ma spesso sono stati attentamente costruiti dall’artista, creando complessi tableaux che instaurano un dialogo con la pittura classica.

 

Tina Barney nasce a New York nel 1945. Fin dall’infanzia, Barney fu esposta alla pratica fotografica dal nonno materno: iniziò a sperimentare con la fotografia quando lei e la sua famiglia si trasferirono a Sun Valley, Idaho, nel 1973, dove visse fino al suo ritorno a New York City nel 1983. Oggi, i suoi lavori sono inclusi in importanti collezioni internazionali: la mostra presso la Jeu de Paume include opere editoriali in cui i ritratti di celebrities e modelle realizzati per riviste di moda e marchi di lusso condividono la stessa complessità, sensibilità e ironia presenti nelle sue opere artistiche. Family Ties presenta infatti cinquantacinque opere di grande formato, dalle prime serie di Barney fino a quelle più recenti, molte delle quali mai esposte in Europa. L’approccio sperimentale di Barney alla fotografia emerge negli anni ’70: nel 1981 passa da una Pentax 35mm a mano a una Toyo 4×5 su treppiede e durante gli anni ’80 le sue prime immagini virali rivelano al pubblico un mondo raramente visto nella fotografia, offrendo agli spettatori uno sguardo intimo sulla vita della classe medio-alta della East Coast americana. In vari luoghi di vacanza, feste di compleanno (The Children’s Party, 1986), matrimoni (Bridesmaids in Pink, 1995), barbecue in giardino (Tim, Phil, and I, 1989) e pranzi di famiglia nella sua casa nel Rhode Island, Barney esplora in quegli anni le abitudini sociali dei suoi soggetti, rivelando una sottile linea tra intensa concentrazione e svogliata irrequietezza. I suoi modelli posano come attori in una scena teatrale o cinematografica, mentre l’artista ricrea rapidamente micro-gesti e dà istruzioni informali. Con la spontaneità di un’istantanea, The Reception (1985), ad esempio, vede Barney dirigere con cura gli ospiti al matrimonio di sua sorella.

Self-Portrait in Red Raincoat, 1990.
OPENING IMAGE: Family Commisson With Snake (Close Up), 2007.
Jill and Mom, 1983.
Julianne Moore and Family, 1999.

“Il concetto stesso del ritratto è il mio grande amore. Le domande e le risposte in esso contenute possono andare avanti all’infinito. È ciò che accade nello sguardo, o con un’inclinazione della testa. Continuo perché è troppo interessante, per fermarsi”.

– Tina Barney

Tra il 1996 e il 2004, Barney viaggia in Italia, Regno Unito, Austria, Francia, Spagna e Germania, concentrandosi su modelli sociali e costumi collettivi anziché su singoli individui. In questi lavori, motivi tradizionali si fondono spesso con elementi contemporanei, mentre figure dell’aristocrazia europea posano in modo pittorico, evocando le conversation pieces britanniche del Settecento. Lavorando in grande formato, Barney mette in evidenza i dettagli squisiti nei tessuti e nei colori dei vestiti, dei mobili e degli arredi dei suoi soggetti, focalizzando l’attenzione sulle culture visive e materiali che influenzano i loro modi di fare. La mostra esplora la dimensione teatrale delle sue mise-en-scène, con particolare attenzione al lavoro con i suoi soggetti e alla costruzione dello spazio. Senza dubbio, il lavoro di Barney evidenzia una certa tendenza narrativa.

Mr. and Mrs. Castelli, 1998.
The Childrens Party, 1986.

All’inizio degli anni ’90, Barney inizia a collaborare con diverse riviste e giornali, tra cui The Daily Telegraph, W, Arena Homme Plus, Hommes Vogue International e Vogue US, rafforzando il suo interesse per le possibilità formali e compositive della fotografia in cui costumi, ambienti e circostanze sono già pre-definiti. Family Ties non seguirà un approccio strettamente cronologico, ma presenterà temi specifici che hanno attraversato i diversi corpus di opere di Barney in oltre quattro decenni. Ad esempio, la famiglia — tema centrale fin dagli inizi della sua pratica fotografica nel 1976 — appare in opere come Jill and Mom (1983), una scena intima in cui la sorella e la madre dell’artista si rivolgono alla macchina fotografica in atteggiamenti rilassati. Quasi vent’anni dopo, The Daughters (2002) riprende la dinamica tra madre e figlia in un ritratto di una famiglia francese che Barney non aveva mai incontrato prima.

 

Tina Barney. Family Ties sarà accompagnata da un catalogo con un saggio del curatore della mostra Quentin Bajac, direttore del Jeu de Paume, e un’intervista tra Tina Barney e Sarah Meister, direttore esecutivo di Aperture e un testo di James Welling.

 

Per maggiori informazioni jeudepaume.org.

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