MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

ARRIVARE IN TEMPO

2024.10.31

Testo di Lucrezia Sgualdino

Un percorso retrospettivo nell’opera di Salvo, dal suo approccio all’Arte Concettuale e all’Arte Povera fino ad arrivare alla pittura. Ripetizioni, riflessioni, ruoli e rapporti ne determinano la traiettoria indipendente.

Salvo. Arrivare in tempo

Pinacoteca Agnelli, Turin

From November 1st, 2024 until May 25th, 2025

 

 

L’originalità del lavoro di Salvo appare oggi più che mai significativa, artista controcorrente e precursore di linguaggi e riflessioni che accompagnano la sua intera carriera artistica, dall’Arte Concettuale fino all’Arte Povera, esplorando l’autorappresentazione e i caratteri di opere fotografiche e scultoree. Dopo questa prima fase della sua ricerca, è alla pittura che si dedica esclusivamente, rimanendo fedele a questa pratica dall’inizio degli anni Settanta e per i successivi quarant’anni. La mostra Arrivare in tempo presentata alla Pinacoteca Agnelli di Torino, a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, occupa tre piani dello spazio, e traccia un percorso retrospettivo a tutto tondo nell’opera di Salvo. L’itinerario presentato delinea la grande portata del lavoro dell’artista ed è fermamente esaustivo nella descrizione della sua intera pratica. La mostra ruota intorno ai cicli fondamentali dell’opera di Salvo: le tele in continuo dialogo concettuale con i lavori che le precedono, la coerenza internazionale di ogni frammento, la ripetizioni di oggetti e rappresentazioni quotidiane, la riflessione sul medium impiegato, il ruolo dell’artista nella pratica, il rapporto infinito con la storia dell’arte, la scrittura e la letteratura. 

Salvo, Una sera, 1988. Ph. Credit Vincent Evrard. Courtesy Lucien Bilinelli Collection, Milano.
OPENING IMAGE: Salvo, Al bar Sport, 1981. Courtesy private collection, Berlin.
Salvo, Al cinema,1988. Ph. Credit Cristina Leoncini, Torino. Courtesy Private Collection.
Salvo, Fabbriche, 1987. Courtesy private collection. Ph. Credit Giuseppe Dell’Aquila.
Salvo, MI-TO, 1993. Ph. Credit Cristina Leoncini, Torino. Courtesy In Arco Gallery.

La mostra ospita più di 170 opere, raccontate attraverso otto diversi capitoli tematici. Si apre con un momento specifico, l’anno 1973, in cui Salvo decide di dedicarsi completamente e ufficialmente alla pittura. Qui vi è una sovrapposizione tra gli elementi della pratica iniziale e il nuovo interesse per la tela. Le due principali esposizioni di quell’anno furono alla John Weber Gallery di New York, e alla Galleria Toselli di Milano. Il fil rouge tra le due è la riflessione sull’autorappresentazione e il ruolo dell’artista, appare evidente come pratiche concettuali e pittoriche non fossero in contrasto ma piuttosto simili e concordanti. Il ciclo di opere “lapidi” rappresenta il secondo capitolo. L’importanza del linguaggio diventa un punto chiave nella riflessione, le iscrizioni provengono da fonti letterarie e poetiche, con linguaggio caustico che evoca la caducità dell’esistenza e la relatività dei valori sociali. A differenza dei materiali di scarto impiegati nell’Arte Povera, come terra, legno e ferro, Salvo opta per un materiale nobile, pregiato e duraturo come il marmo. Altra differenza dal passato, questa volta di distacco dall’Arte Concettuale, è la scelta di caratteri graziati anziché linguaggi informativi e impersonali. Si passa poi a Studio, alla riflessione sul linguaggio. La materialità dello stesso da un lato, e la natura filosofica della pittura dall’altro. La ripetizione e l’insistenza si fanno elementi fondamentali della tecnica pittorica. Bar Sport invece si concentra sulla comunità, sulle narrazioni documentaristiche urbane. La tavolozza dei colori è brillante e le cromie sono accese, come a suggerire gli stati emotivi alterati dei personaggi raffigurati. Un viaggio in mondi interiori lontani, un’energia in contrasto con la solitudine e la desolazione dei soggetti. La luce, in particolare il crepuscolo, è il centro del percorso di La Grande Sera. I motivi urbani sono dipinti con luci diverse; strade, fabbriche, porti raffigurano grandi tramonti urbani. Il sesto capitolo è intitolato Notturni, qui l’artista si dedica alla resa della luna, con la sua luminescenza. Mediterranea rende omaggio ai viaggi dell’artista, con confronti di motivi e topoi architettonici raccolti nelle diverse località visitate. Nello spazio solitamente dedicato alla Collezione Permanente del museo che riflettere sull’eredità dell’arte e sui canoni della storia in relazione alla contemporaneità, viene introdotta per l’occasione la vicinanza e continuità di Salvo con la storia dell’arte. La citazione di grandi maestri del passato, sotto forma di influenza o ispirazione ma anche come dedica esplicita, è spesso evidente nelle sue opere. Viene infatti presentato il ciclo di San Giorgio e il drago, iconografia su cui si è concentrato, riflettendo su lavori di artisti come Carpaccio o Raffaello che hanno lavorato sulla stessa tematica. 

Il titolo della mostra Arrivare in tempo si riferisce esso stesso alla metodologia pittorica dell’artista, che vuole cogliere l’essenza dell’attimo nella tela. La stanza del quinto capitolo si collega idealmente in maniera diretta al titolo della mostra con un simpatico aneddoto personale dell’artista: dopo un piccolo tamponamento in auto, Salvo si giustificò dicendo che stava correndo troppo per, appunto, arrivare in tempo a vedere il tramonto. Tutto il suo lavoro include rappresentazioni e testimonianza dell’interesse dell’artista per la parola e il libro, o il linguaggio in genere. Dall’interno si passa all’esterno, dall’interiorità all’aspetto estetico dei soggetti, dai viaggi alle grandi riflessioni introspettive, dalla modernità e l’essere contro corrente fino all’ideale continuità con il passato. Tutto il lavoro di Salvo gioca anche intorno alla sua presunta inattualità rispetto alla scena dell’arte, al suo guardare lento, al suo dettare dei tempi unici e personali nella ricerca. Al suo definire lento del tempo della storia dell’arte piuttosto che farsi trascinare a fondo dalla moda e dalla contemporaneità dettata da chi gli stava intorno. 

 

Per maggiori informazioni pinacoteca-agnelli.it.

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