MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

PRADA EMBRACES UNCONVENTION

2024.09.20

Testo di Francesca Fontanesi

Miuccia Prada e Raf Simons sfidano ogni logica temporale, mescolando epoche e stili in un’esplorazione visionaria. In questa SS25 ogni look è unico, disorientante, riflesso di una realtà complessa e frammentata.

Viviamo nell’era dell’iperinformazione, immersi in un flusso constante di contenuti.
Il nostro consumo delle infinite risorse disponibili online è guidato da algoritmi,
sequenze finite di istruzioni che circoscrivono l’ambito del decidibile entro i confini della logica,
in un mondo essenzialmente illogico.
Ma se quest’interpretazione implica l’esistenza di un’architettura della conoscenza,
è invece l’imprevedibilità, il rifiuto dell’imitazione e delle aspettative
a definire l’essere umano: questa collezione vuole aprire un dialogo,
mettere a confronto queste due prospettive.

La sfilata si apre negli spazi industriali e minimalisti del deposito di Fondazione Prada con un minidress a fiori, la cui spallina scivola volutamente, quasi rigidamente, sulla pelle della modella. La femminilità di questo look contrasta nettamente con l’estetica grunge del successivo: un abito grigio decorato con anelli metallici saldati, dall’appeal quasi medievale. Le gonne dalle texture metallizzate, i top decorati con applicazioni floreali, gli abiti in raso e quelli trasparenti sovrapposti ai pantaloni si mescolano con cappelli a maschera e gonne a oblò; si aggiungono dettagli che richiamano l’estetica BDSM e cowboy, come le gonne sospese da imbracature o rifinite con lunghe frange di pelle bianca. Eppure, il tutto si basa su una solida fondamenta di abbigliamento sportivo, che potremmo definire sobrio, se non fosse per i fili integrati che deformano i colletti e gli orli, e per le cinture trompe-l’oeil incastonate nei pantaloni, qualche centimetro sotto la vita: toni vivaci di giallo, arancione, verde mela e rosa pepto diventano il marchio della collezione stessa. Le gonne presentano ritagli circolari; gli abiti sono adornati con anelli metallici in stile Space Age. Non vi è un filo conduttore unico, nessun abito assomiglia al successivo, e questo è esattamente l’obiettivo: disorientare il pubblico, riflettere il presente e offrire una visione di come potrebbero evolversi la cultura e la moda. Questa sequenza di realtà simultanee è un tributo all’individualità, dove ogni look diventa un riflesso unico del proprio tempo. Miuccia Prada e Raf Simons esaltano la pluralità, facendo convivere elementi di diverse epoche, sfidando ogni logica cronologica e creando contraddizioni e divergenze impossibili: l’idea del supereroe e della supereroina diventano un simbolo della centralità dell’individuo, della sua volontà e del potere trasformativo della creatività. The stranger, the better. Tutto muta. Da infinite scelte nascono infinite opportunità.

“Si è trattato di un approccio diverso; invece di avere tre o quattro temi per la stagione, abbiamo deciso di fare tutto a modo nostro”.

– Miuccia Prada

Prada e Simons riportano alla luce una miriade di stili provenienti dagli archivi della Maison, assicurandosi che raramente lo stesso paio di scarpe sfili due volte consecutive. I pezzi chiave mirano a scomporre le regole della cronologia; gli occhiali – imponenti, mascherali, alieni – evocano per certi versi la collezione Uomo SS25. Lenti extra-large, quasi a forma di bara, avvolgono l’intero volto delle modelle, conferendo loro un’aura futuristica, simile a quella di creature aliene; i copricapi, anch’essi visionari, spaziano tra cappelli stile visiera, forati con aperture circolari che lasciano intravedere l’esterno, e modelli che ricordano elmetti dalle forme distorte e dalle cavità irregolari per gli occhi. Le calzature reinterpretano i tacchi stile origami visti sulla passerella Autunno/Inverno 2024, dispiegandoli e dirigendo le punte verso le caviglie delle modelle. Ad esse si contrappongono immediatamente dopo tocchi di rosso profondo su sneakers allacciate. Le iconiche brogue espadrillas platform della Primavera 2011 fanno un ritorno trionfale sulla passerella. Non sono, tuttavia, le uniche a suscitare un déjà vu: Prada resuscita altri capolavori d’archivio, come i sandali in pelle con dettagli incrociati della Primavera 1996, i tacchi a strisce dalle linee architettoniche e appuntite dell’Autunno 2008, e le Mary Jane dell’Autunno 2012, complete di puntale in gomma. Un monito contro l’adesione acritica ai dettami dello zeitgeist, un invito a rompere gli schemi e a sovvertire le norme che, da questo stesso sistema, abbiamo imparato a non disattendere. Ancora una volta Miuccia Prada e Raf Simons dimostrano la loro capacità di abbandonare tutto, ripartire da zero, rivoluzionare e capovolgere le aspettative. È parso quasi che ci abbiano voluto ammonire: non compiacerti, poiché l’imprevedibilità è l’unica certezza su ciò che riserveremo in futuro. Qui, ogni possibilità diventa un’espressione del libero arbitrio: le esplorazioni di Prada rivelano un presente sfaccettato e multiforme, una vera celebrazione dell’essere umano.


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SALT LOOKS LIKE SUGAR

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