La storia dell’abbigliamento, la storia della moda, l’archivio di una Maison dall’heritage insostituibile. È da qui che parte la ricerca di Kim Jones per la prossima collezione Uomo Autunno/Inverno 25. L’omaggio alla Couture ci riporta al suo debutto alla direzione creativa della sezione maschile del marchio, con i caratteri tradizionalmente del femminile che vengono riportati anche nel guardaroba di un uomo moderno, attento alla storia, dal carattere essenziale ed errante. L’altro grande riferimento è quello alla linea ad H di Monsieur Dior del 1954, che accentua la vita bassa e allo stesso tempo enfatizza e slancia la lunghezza della gamba. I volumi entrano in contrasto e dialogo con la definizione delle forme, il défilé si apre con un’aura austera e teatrale. L’aria è spettrale, e la verticale scalinata bianca conferisce allo show una sensazione di pura essenza. Un racconto diretto, materiale, sintetizzato al cardine di un discorso molto più ampio, e forse anche celestiale nell’aspetto. La pulizia minimale delle linee ci fa innamorare di ogni capo, la vena romantica appare nei dettagli, e ci riporta allo stato umano dell’esistenza. La decostruzione fa contrasto alla palette, così come ai materiali. Il sartoriale si fonde con caratteri del mondo utilitario. L’accostamento dei tessuti è studiato in ogni minimo dettaglio.

Il nero la fa da padrone per i primi look che escono in passerella, smorzati presto da candide tonalità di bianco caldo e rosa tenue. Così come l’evoluzione della vita di un uomo, ben presto la purezza viene sporcata da spruzzi di grigi e marroni, sempre dai toni polverosi, e mai invadenti. Cuciti singolarmente, i dettagli metallici e le cascate di brillanti impreziosiscono il tutto. Le bluse si mostrano in raso, con scolli ampi e scivolati, i bomber di pelle diventano ultra corti, imbottiti o lavorati, i cappotti presentano forme svasate e medie lunghezze, i blazer doppiopetto sembrano rigidi e s’ispirano alle casacche militari, le vestaglie riprendono le linee i kimoni orientali. I materiali sono lucidi e opachi, morbidi e fluttuanti ma anche compatti e importanti. La sartorialità rimane un punto focale della narrazione, la linea è resa più energica da interpretazioni d’archivio, il dettaglio dei fiocchi è reimmaginato attraverso un rigore quasi tagliente, appare sui dorsi e le maniche delle giacche, fino alle maschere per gli occhi. Gli accessori di pelle sono impercettibili, piccoli e portati a mano, oppure centro del look, dai manici lunghi e dalle forme ancora più grandi.

Una ricostruzione sapiente di caratteri classici e inconsci che hanno fatto la storia di una Maison, uno studio attento di come il mondo contemporaneo sia in grado di rielaborare dei codici indiscutibilmente unici. La ricerca continua attraverso simboli, costruzioni, contrasti, gesti, e riportata in vita un nuovo fit maschile. È una sorta di viaggio nel tempo, di metamorfosi del capo stesso, che rappresenta la mutevolezza della vita umana. La moda maschile viene innalzata alla Couture, attraverso le radici della Maison e con grande delicatezza e sincerità. Nulla di urlato, ma sussurrato, appena svelato, e nulla è lasciato al caso, tutto è pensato nei mini dettagli per rappresentare un’idea determinata di carattere maschile.
