30 Blizzards.

2025.10.23

Testo di Bill Powers

Intro di Lucrezia Sgualdino

MIU MIU PRESENTA 30 BLIZZARDS. by Helen Marten

 

Un progetto pensato da Helen Marten per Miu Miu. Una morbida cronologia della vita, una struttura fisica di luoghi comuni che appare vasta e minuscola allo stesso tempo.

Ho parlato con Bill Powers di questo nuovo progetto Miu Miu curato da Helen Marten in occasione della nuova edizione di Art Basel Paris. La prima domanda che mi ha fatto, dopo essere uscito dagli spazi che ospitano il progetto è stata: “tu conosci la differenza tra gli hot and cool media di cui parla Marshall McLuhan?”. Questo concetto alla base della teoria dei media di McLuhan divide i metodi comunicativi in due categorie: i media caldi e quelli freddi. Se i primi offrono tante informazioni da richiedere poca partecipazione attiva dello spettatore senza lasciare grande spazio all’immaginazione, i secondi hanno bisogno di azione e interazione, di coinvolgimento diretto. E oggi, nella moda così come nell’arte, si va sempre più cercando una comunicazione esperienziale ed emozionale, gli ultimi allestimenti degli show Miu Miu sono delle vere e proprie opere d’arte che non comunicano messaggi costruiti con poca interpretazione, bensì il contrario: lasciano allo spettatore la possibilità di interpretare, comprendere, riflettere nella maniera più attiva possibile. 

 

30 Blizzards. by Helen Marten è proprio un mezzo comunicativo, per il quale si può decidere se utilizzare un approccio caldo o freddo. Se rimanere distante e limitarsi a leggere i linguaggi teatrali proposti, se osservare il rumore concettuale del tempo, o se indagare la conoscenza, lo scambio, la relazione, il piacere, la perdita, se entrare in contatto con tutto questo e farlo proprio. Decidere di fare parte della vera performance, parlarne e discuterne, lasciarsi trasportare. Tutta la ricerca è partita dal linguaggio di Marten, dalle sue parole, e si è volta a creare un sistema comunicativo che invita lo spettatore ad abitarlo. 

“C’è cambiamento, e avviene la rivoluzione. C’è un rinnovamento spettacolare. Ci sono crisi. E tra le sequenze di espressione, ci sono vuoti: sono irrigati, e qualcosa di nuovo cresce verso l’alto nel mezzo. Il rumore concettuale del tempo e del cambiamento è sempre presente. È flessibile e esteso, breve, mancato, sempre evasivo.”

— Helen Marten

Bill Powers ci ha permesso di entrare nel suo diario, una copertina di color arancione che potrebbe essere un’opera d’arte contemporanea: al centro una rappresentazione di Tyson Reeder, sotto una ciliegia disegnata da Will Cotton. Poi scritte, stain stain stain potrebbe voler raccontare la contaminazione artistica ed emotiva presente nelle pagine, un adesivo di 30 Blizzards., e una spilla particolarmente incisiva.

 

Sfogliando le pagine, ecco le parole di Bill Powers in riflessione al progetto.

“In quella fragile familiarità, questo pezzo deve nascere. Non per essere compreso, ma per essere attraversato. Un linguaggio costruito dal vivo, davanti al pubblico. Un gesto che diventa, per un momento, un mondo.”

— Fabio Cherstich, Director

FOLK SONGS

2025.11.07

La nuova mostra di Richard Prince, Folk Songs, è come un disco che gira al contrario: una colonna sonora visiva della sua stessa leggenda. L’artista sostituisce l’ironia elettrica con qualcosa di più intimo, più umano: un ritratto e una playlist di immaginazione inquieta.

JEWELRY

Art Deco Revival

2025.11.06

Van Cleef & Arpels celebra l’eleganza senza tempo in un museo che è esso stesso protagonista. Un viaggio tra epoche e culture, dove l’Art Deco prende vita nel dialogo tra architettura e maestria orafa.

Friedrich Kunath

Aimless Love

2025.11.05

Friedrich Kunath si incontra con Bill Powers in una conversazione che sfuma il confine tra arte e confessione. Il loro scambio diventa un’esperienza nostalgica attraverso ricordi, humor e malinconia, tracciando il terreno emotivo della mostra più personale di Kunath fino ad oggi, Aimless Love.

DANIEL ARNOLD

You Are What You Do

2025.11.04

Con il libro You Are What You Do, nel teatro incessante delle strade di Manhattan, Daniel Arnold dà forma a un racconto di ironia e compassione, dove ogni gesto, ogni volto e ogni ombra contribuiscono a un mosaico che restituisce la città non com’è, ma come si sente.

ISSEY MIYAKE

TYPE-XIII Eugene Studio project

2025.10.27

A Parigi, la collaborazione fra A-POC ABLE ISSEY MIYAKE ed Eugene Kangawa apre una finestra sensoriale tra sperimentazione tessile, installazione e arte della luce, la mostra invita il pubblico ad attraversare superfici che raccontano la memoria e il tempo.