Marina Abramović. Transforming Energy
Modern Art Museum, Shanghai
From October 10th, 2024 until February 28th, 2025
Il lavoro svolto dal Modern Art Museum (MAM) di Shanghai ruota intorno al termine cinese qi, nome dato al concetto di energia interna del corpo umano. Quest’idea ripercorre tutte le aree soggette ad una qualsiasi influenza culturale cinese. La mostra stessa diventa un importante punto di incontro tra occidente e oriente, ma anche attimo di riflessione sui contrasti culturali e sociali tra valori antichi e tradizionali e credenze moderne. Questo riferimento al passato inizia proprio con l’avvenimento attorno al quale tutta l’esposizione ruota: una delle performance più iconiche della Abramović, la storica camminata lungo la Grande Muraglia Cinese nel 1988, al fianco dell’artista tedesco Ulay. Questa sancisce anche la fine del rapporto artistico e della relazione tra i due, che decidono di partire da capi opposti per incontrarsi un’ultima volta a metà strada e dirsi poi addio. Una trasformazione personale e spirituale. Una continua esplorazione della resistenza, cuore della sua pratica. Ed è proprio durante questo cammino che, pernottando nei vari villaggi vicini alla Muraglia, l’arista entra in contatto con la medicina cinese, con le qualità magiche di pietre e cristalli.


“Torno in Cina con grande entusiasmo con questa mostra, che è il risultato di quell’esperienza e comprende un nuovo corpo di lavori.”

La mostra è incentrata sui Transitory Objects, famosi oggetti scultorei, opere infuse con cristalli, che fungono da fonte di energia trasformativa sia per l’artista che per i visitatori e che sono stati meticolosamente studiati e realizzati nel corso degli anni. Le trasformazioni e i flussi di energia dinamici e positivi si incrociano ad un equilibrio ritrovato. La purificazione spirituale si eleva ad opportunità uniche e fondamentali. Risulta chiara per il pubblico l’evoluzione del processo artistico di Marina Abramović. La sua ricerca, oltre ad essere il più delle volte intangibile, è uno studio che trascende ogni carattere, età, genere, cultura, nazionalità, religione. Così come la volontà dell’artista di realizzare concetti fruibili a chiunque, anche l’allestimento oltrepassa qualsiasi tipo di barriera fisica, visiva o concettuale, permettendo al visitatore di immergersi appieno nell’immaginazione della pratica. Il primo piano introduttivo regala uno sguardo biografico sulla sua educazione e sul suo passato impegno con la Cina, compresa l’opera The Great Wall Walk. Al secondo livello, l’esposizione è composta da esempi di opere, con particolare attenzione all’aspetto fisico e ai cristalli. Infine, il terzo passaggio presenta opere partecipative completamente nuove, che raccontano in maniera semplice la natura duratura della metodologia della performance art. “È emozionante curare la mostra di Marina Abramović che presenta nuovi oggetti transitori. Invitiamo il pubblico a immergersi e a partecipare”, conclude Shai Baitel, Direttore Artistico del MAM.
Per maggiori informazioni mamsh.art.



