È la Cour d’Honneur del Palais des Papes di Avignone a fare da cornice suggestiva alla nuova collezione Cruise 26 di Louis Vuitton. Il designer Nicolas Ghesquière riporta tutti noi ad un suo viaggio del 2000 proprio nel sud della Francia. Qui scopre la magnificenza di questo palazzo circondato da bastioni di pietra imponenti, la più grande struttura medievale di tutta Europa.
Questa scenografia rappresenta per Ghesquière una vera e propria collisione del tempo, l’architettura gotica e magnificente entra in dialogo—e contrasto—con l’impatto estetico della moda, raccontata non solo come spettacolo ma anche come vera e propria forma d’arte. Nell’heritage di Maison Louis Vuitton l’attenzione alle arti è sempre stata un tassello importante. Con questa collezione si arriva ad esplorare l’aspetto performativo dell’abbigliamento, con il suo valore artistico, la sua capacità narrativa e quella emotiva.
“Personalmente, è legato a un ricordo che ha avuto un impatto importante su di me. Una serie di mostre e performance intitolata La Beauté in fabula è stata organizzata in vista del Festival di Avignone”, dice Nicolas Ghesquière.

“Ho trascorso due giorni completamente immerso nelle stanze incredibili del Palais, dove per la prima volta ho scoperto il lavoro di Bill Viola, che mi ha profondamente colpito e influenzato. C’erano anche Christian Boltanski, Pierre et Gilles, Pina Bausch, e performance di Björk. È stata un’esperienza davvero incredibile per me.”
Il défilé comprende più di quaranta look, che si ispirano ad antiche iconografie religiose, rubano dettagli al mondo rock anni ’70, così come alla temporalità storica di dame e cavalieri. Non manca il riferimento a miti e costumi medievali, con gli abiti a trapezio dai volumi ampi che ricordano le armature di metallo. Il grunge moderno si mescola all’estetica bohémien francese, tra spalle strutturate e risvolti in pizzo, alti stivali di pelle borchiata e camicie svolazzanti in chiffon. La maglieria viene alternata ad abiti fluidi, le gonne a ventaglio si accorciano. Le sovrapposizioni mettono in risalto le silhouette definite e i tagli precisi. I colori e le stampe sono decisi, forti, così come i materiali semi-rigidi proposti, pellami, suède, effetti metallizzati, tutto è impreziosito da paillettes o dettagli e intarsi lucidi.
Un luogo così importante per l’espressione culturale di epoche differenti si è rivelato quindi l’ambientazione perfetta per l’opera teatrale che Ghesquière ha voluto mettere in scena. L’espressione artistica del guardaroba permette di riflettere sul carisma dello stesso, sulla parola non detta che si nasconde dietro abbinamenti di capi, sulla narrazione che viene evocata in ogni colore, materiale, e in ogni loro accostamento. Il vestire è parte della quotidianità così come dell’occasione speciale, suscita emozioni, trasforma l’aspetto e il carattere di un individuo, e svolge allo stesso tempo un ruolo essenziale, di supporto alla vita di ognuno.
