MANIFESTO

#65

MUSE TWENTY FANZINE

L’arte dell’eccesso

2025.03.06

Testo di Cecilia Monteleone

La mostra Leigh Bowery! alla Tate Modern è un’immersione travolgente e glitterata nella vita di un uomo che non si è limitato a fare arte, ma è diventato arte.

Leigh Bowery!

Tate Modern, London

From February 27th until August 31st, 2025

 

 

Pochi personaggi della cultura contemporanea incarnano il potere trasformativo dell’auto-espressione come Leigh Bowery. Con questa mostra, Londra riceve finalmente l’approfondimento che merita su un artista che ha sfidato ogni confine tra arte, moda, performance e spettacolo. Curata da Fiontán Moran in collaborazione con la moglie e partner artistica di Bowery, Nicola Rainbird, l’esposizione è un omaggio audace e sfavillante a una forza creativa unica.

 

Nato a Melbourne nel 1961, Bowery arriva a Londra nel 1980 e inizia subito ad infrangere ogni regola. Non si limita a essere parte della scena underground degli anni Ottanta – lui è la scena. Dal leggendario club Taboo alle collaborazioni con il coreografo Michael Clark, le sue creazioni sono tanto sconvolgenti quanto magnetiche: tute caleidoscopiche, silhouette esagerate, abiti concepiti per stupire e provocare.

Polaroid portrait of Leigh Bowery 1986 © Peter Paul Hartnett / Camera Press.
opening image: Baillie Walsh, Still from Generations of Love music video 1990 © Baillie Walsh. Courtesy Black Dog Films.

La mostra della Tate Modern si sviluppa in quattro sezioni — casa, club, studio e strada — ognuna una porta d’accesso all’universo di Bowery. Manichini vestiti con riproduzioni dei suoi look più iconici si affiancano a pezzi originali, incredibilmente sopravvissuti alle notti di disco dirt. Poco distante, i video delle sue performance sfrenate scorrono in loop, mentre il film Read Only Memory (1989) di John Maybury restituisce l’energia cruda ed eccessiva di quell’epoca. “Avevamo tutti imparato dal punk,” racconta Maybury. “C’era la stessa mentalità: divertirsi, infastidire la gente e magari finire sulla copertina di un tabloid. L’attenzione era la cifra di Leigh, e lui la usava per aprire porte e superare i limiti.”

Charles Atlas, Still from Mrs Peanut Visits New York 1999 © Charles Atlas.
Courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York.
Charles Atlas, Still from Mrs Peanut Visits New York 1999 © Charles Atlas.
Courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York.

Oltre al tripudio visivo, Leigh Bowery! svela anche il lato più intimo dell’artista — lettere, diari e rare fotografie raccontano un uomo tanto risoluto quanto caotico. A fare da contrappunto alla sua esuberanza, i ritratti di Lucian Freud dipinti negli ultimi anni lo spogliano di ogni artificio. Qui l’artista resta nudo, il suo corpo imponente ritratto con la stessa cruda onestà che esigeva da sé stesso. Bowery non era solo un provocatore — era un visionario. Ha anticipato la rivoluzione del drag, la moda gender-fluid e la teatralità dei social media. La sua incessante reinvenzione appare oggi quasi profetica.

 

Eppure, nonostante il mito che lo circonda, Leigh Bowery! ci ricorda che al centro di tutto c’era un uomo che viveva per stupire, intrattenere e superare ogni limite. Che fosse una sfilata in un’enorme tuta gonfiabile o una performance con un clistere, la sua arte era pura presenza — totale, intransigente e indimenticabile. 

 

Uscendo dalla mostra, ci rimangono addosso l’eccesso, l’ironia e l’audacia di Bowery. Lui non si è solo limitato a infrangere le regole, le ha completamente ignorate.

 

 

Per ulteriori informazioni tate.org.uk.

Nigel Parry, Photoshoot at home © Nigel Parry.
Charles Atlas, Still from Because We Must 1989 © Charles Atlas.
Courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York.
Charles Atlas, Still from Because We Must 1989 © Charles Atlas.
Courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York.

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