THE LOCKER ROOM

2025.10.06

Testo MUSE Magazine

Con la collezione The Locker Room di Lacoste, Pelagia Kolotouros trasforma uno spazio intimo e di passaggio in un luogo carico di tensione emotiva e verità, dove l’atleta si sveste del proprio ruolo e la moda inizia a raccontare la persona.

Pelagia Kolotouros, alla guida creativa del brand, si fa ispirare per questa collezione Spring/Summer 2026 da dei momenti ben precisi: la preparazione o il trionfo dell’atleta, ma anche il dopo e il durante, gli attimi in cui i campioni si svestono della loro corazza e tornano umani. Distinguiamo fasi separate: prima il campione è esposto al pubblico ed è facilmente riconoscibile con la sua uniforme, e poi attimi di intimità, lo spogliatoio appunto. Ed è proprio qui, in questi momenti di passaggio carichi di tensione ed emozioni, che la collezione prende vita. Molti elementi della sfilata e dell’ambiente in cui questa si svolge ci fanno subito pensare ai retroscena familiari del tennis d’élite e a una quotidianità sportiva condivisa. Il tutto mirato ad ambientare i capi in un’atmosfera un pizzico voyeuristica. Un gioco sottile tra pubblico e privato, tra rituale intimo e osservazione collettiva. Lacoste SS26 è un’esaltazione al non finito. Questo senso di incompletezza lo ritroviamo nelle polo che si slacciano dopo il match e nelle tute che cadono morbide sui fianchi. Kolotouros non ha paura dell’imperfezione: anzi, la esalta. In questa collezione, ogni pezzo sembra catturato nel momento esatto in cui smette di servire alla performance e inizia a vestire la persona. Non è solo moda, è un cambio di pelle.

Nel guardare la sfilata riceviamo immediatamente un senso di bellezza e comfort che si esaudisce in forme libere, mai costrette: trench morbidi come vestaglie da indossare fuori dal campo, pantaloni larghi dal piglio vintage, polo oversize in nylon impalpabile. Anche l’iconico top Lacoste viene riletto in chiave attuale e ironica, con scritte come Tennis for Everyone e Only for Tennis che giocano con l’identità del brand. Il Coccodrillo, logo eterno e immancabile, si evolve: i nuovi ricami, ispirati ai prati dei campi da tennis, diventano piccole opere d’arte sofisticate del savoir-faire francese, un modo per onorare l’eredità di René Lacoste senza archiviarla a tutti i costi come un qualcosa di molto lontano nel tempo. Torna anche la borsa Lenglen, con manici simili a racchette e dettagli ispirati alle gonnelline plissettate. Per chi è sensibile al fascino nostalgico dello sportswear rétro, la palette è una delizia visiva: un equilibrio armonioso tra arancioni vibranti, blu d’archivio e verdi intensi dalle sfumature terrose. In questo universo estetico, il colore si fa segno distintivo, capace di evocare ricordi e generare una connessione emotiva profonda. Ogni tono sembra raccontare una memoria, un campo da tennis degli anni Venti, ma che potrebbe benissimo inserirsi nella realtà contemporanea. 

Infine, l’intuizione più riuscita di questa stagione è forse quella materica: la collezione è un esercizio sensoriale mirato a proiettare nei capi l’aspetto di elementi tipici del mondo sportivo. Un perfetto esempio è l’organza trasparente che richiama le tende da doccia mosse dal vapore; la spugna lucida gioca con il concetto di assorbimento, sia fisico che emotivo. Altri tessuti e materiali, come il nylon tecnico, il popeline arioso, i cotoni gommati e le lane tropicali, convivono in perfetto equilibrio abbinati tra di loro. La SS26 non è solo una collezione, ma un invito a ridefinire il modo in cui vediamo lo sport, la moda e il corpo, pensandoli in dialogo tra loro. Kolotouros mette sotto i riflettori il superamento, ma non solo quello spettacolare della vittoria. Piuttosto ci parla del superamento di barriere di ruoli, di estetiche rigide. 

Ci sono luoghi che parlano prima ancora che le parole li descrivano. Per la sfilata Spring/Summer 2026, Lacoste sceglie di portare il suo racconto in uno di questi spazi: la storica Hall Eiffel del Lycée Carnot, gioiello in ferro e vetro di fine Ottocento firmato Hector Degeorge, trasformato per l’occasione in un’inedita interpretazione dello spogliatoio, da qui il nome della collezione The Locker Room. Un ambiente quasi teatrale, dove superfici piastrellate evocano i momenti celebri legati ai grandi del tennis, da René Lacoste agli atleti contemporanei. Ma Locker Room non è solo lo spazio fisico dove ci si cambia prima e dopo una gara. Ha un significato più profondo e simbolico: è un luogo di transizione, vetri appannati e tende da doccia ricreano un’atmosfera sospesa, dove si passa da persona ad atleta e viceversa. È quel momento in cui l’adrenalina si placa e si ritorna a sé stessi. È anche uno spazio intimo, protetto, dove gli atleti, prima di esporsi al pubblico, possono finalmente mostrarsi per ciò che sono. Lacoste SS26 si inserisce proprio in questa dimensione di attesa, catturando quell’attimo raro in cui la fatica si distende. È un tributo allo sport come esperienza emotiva. Questa collezione ci ricorda che a volte è proprio nel momento in cui ci si sveste del ruolo che si rivela la vera eleganza.

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