Grace Burns in conversazione con Guia Ortolani
Mi hanno colpito le caption del suo profilo Instagram, mai banali, e quello sguardo attento e profondo, che svela una maturità precoce. Il suo nome suggerisce un’eleganza gentile. Sul set la adorano tutti, è dolce e giocosa, ma anche seria e concentrata. Figlia d’arte, la mamma è la top model Christy Turlington e il padre Edward Burns, attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Grace ha diciotto anni appena, scrive poesie e saggi, ama viaggiare, ha una passione per la fotografia e una larga cerchia di amici, che sono le sue muse. Sta per iniziare il suo primo semestre alla NYU e in occasione del numero di Settembre ci ha anticipato i suoi progetti futuri.
GO Ciao Grace, dove ti trovi in questo momento? Con chi stai trascorrendo la fine dell’estate?
GB L’estate è già finita da un po’ per me, ma sono pronta per l’autunno. Sto per cominciare il mio primo semestre alla NYU e le lezioni iniziano questa settimana! Ho trascorso la fine dell’estate per lo più con la famiglia; ci siamo divertiti ad occuparci del mio trasloco all’università, anche se non sto andando molto lontano. Immagino che la mia estate si concluderà con l’incontro di molte persone nuove, praticamente tutti i miei amici hanno lasciato New York per il college, ma sono entusiasta di riscoprire la città con nuove persone.
GO Sono incuriosita dalla tua passione per la fotografia, mi piace molto il tuo approccio documentaristico. Come è nata questa tua inclinazione?
GB A dire il vero il mio interesse per la moda è nato da un’iniziale passione per la fotografia. Ricordo quello giorno in cui The Big Picture di Arthur Elgort arrivò a casa mia; all’epoca avrò avuto 11 anni. Mi era stato permesso di aprire il pacco, ma senza toccare quello che c’era dentro… ovviamente non ho badato alle raccomandazioni! Grazie a quel libro è iniziata la mia ossessione per Arthur e per il suo lavoro; sono affascinata dall’intimità delle sue fotografie, dal colore che splende attraverso le immagini in bianco e nero, dagli scatti di Parigi, del jazz e delle rockstar. È proprio così che mi sono affacciata al mondo della fotografia di moda. Le sue istantanee racchiudevano delle storie al loro interno; indipendentemente dalla persona, c’era sempre un legame tra il fotografo e il soggetto, rivelato ma mai raccontato. Le mie immagini hanno sempre a che fare con l’intimità; ho iniziato fotografando i miei amici, che riflettevano intrinsecamente amore e affinità. L’anno scorso sono riuscita a riparare una vecchia Rolleiflex del 1929 e ho scoperto Vivian Maier. Devo molto a quella macchina fotografica; la pratica dello scatto è delicata e precisa, bisogna essere estremamente attenti e pazienti nell’utilizzo. Sto ancora imparando, ma mi sono davvero innamorata della fotografia e raramente esco di casa senza una macchina fotografica.
GO A proposito di viaggi, tramite i tuoi social media ho seguito la tua ultima visita in Africa occidentale e le interessanti cause che stai sostenendo. Raccontaci di più!
GB Certo, volentieri! Quest’anno ho avuto la fortuna di viaggiare in tre Paesi africani. A febbraio ho visitato il Kenya e la Tanzania con Every Mother Counts, un’organizzazione no-profit che lavora con lo scopo di rendere la gravidanza e il parto sicuri ed equi per tutti. Sono partita insieme a mia mamma, che ha fondato l’organizzazione. Poi, Meadow Walker, mia amica e sorella maggiore per scelta, mi ha invitata ad unirmi a lei in un incredibile viaggio in Ghana con Pencils of Promise; un’altra organizzazione no-profit che lavora per costruire e migliorare gli ambienti didattici. Meadow è stata coinvolta nell’organizzazione nel 2019 durante la campagna per la ricostruzione della scuola elementare del Jasikan College of Education a Ho, in Ghana, ed ora è la nuova ambasciatrice globale!
Leggi l’intervista completa sul numero di Settembre, Issue 60.
“Le mie immagini hanno sempre a che fare con l’intimità; ho iniziato fotografando i miei amici, che riflettevano intrinsecamente amore e affinità.”