SF: “Una donna molto moderna per i suoi tempi”.
AF: “Molto, molto, molto moderna”.
SF: “Con un gusto molto preciso”.
La sfilata Fendi Spring/Summer25 inizia e si conclude con una serie di abiti a vita bassa, ricamati con motivi Art Déco o rilievi botanici perlati: unendo il mondo del prêt-à-porter con quello della couture, il lavoro artigianale e quello industriale, il giorno e la sera, la collezione celebra l’elevazione della quotidianità in occasione del centenario di Fendi. L’occasionale presenza di orli con frange bilancia perfettamente le silhouette minimaliste, conferendo alle scollature un tocco contemporaneo che richiama gli slip dress degli anni ’90 o persino ibridi di abbigliamento sportivo. Tra questi riferimenti stilistici, Kim Jones combina vestaglie in shearling nei toni del beige e della terra, t-shirt e gonne in pelle scamosciata di coccodrillo bianca, e un gilet in rete bordato e stretto in vita con cuoio romano color ocra. Gli stivali da lavoro, arricchiti da mocassini cuciti alla Selleria, richiamano la tradizione artigianale familiare femminile che Jones intende celebrare. Tuttavia, quando abbinati a calzini floreali arricciati e abiti da tè decorati con motivi di clematidi e gelsomini, aggiungono inaspettate sfumature grunge. Esaltando praticità e celebrazione, archetipo e iconoclastia, la collezione guarda sia al passato che al futuro della Maison. In quanto casa tramandata lungo una linea matriarcale, Fendi mantiene una costante attenzione verso le donne che agiscono, piuttosto che limitarsi ad essere. Il movimento, la leggerezza, l’eccellenza e la semplicità — ovvero la capacità di chi indossa la collezione di vivere appieno la contemporaneità — sono elementi centrali.
“Il 1925 è una pietra miliare. È l’anno di fondazione di FENDI, ma anche l’anno della mostra Art Deco a Parigi, l’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne, da cui prende il nome. C’è modernismo nell’abbigliamento, nel design, nella decorazione e nel pensiero”.
Strutturata e destrutturata al tempo stesso, una spensierata noncuranza permea abiti e accessori, tutti realizzati con il massimo savoir-faire. Morbidi suede e shearling avvolgono chi li indossa in silhouette a vestaglia, mentre il croco scamosciato viene declinato in capi quotidiani. Gli abiti da tè in seta e le sinuose sottovesti da ballerina appaiono al contempo ordinari e straordinari, spesso abbinati a stivali creati in collaborazione con Red Wing. Kim Jones indaga così la natura contraddittoria della modernità, un equilibrio di permanenza e impermanenza, attraverso decorazioni che richiamano diverse epoche della moda e una linea di donne uniche, ma profondamente connesse tra loro. Il periodo di boom commerciale degli anni Novanta di Fendi viene esplorato ulteriormente attraverso iterazioni tattili e bohémien della Baguette, arricchita a volte con frange e volumi amplificati: sono adornate con dettagli curiosi, ciondoli e gioielli, tra cui ciondoli di pelliccia di visone e custodie per auricolari. Le borse riprendono i materiali, i ricami e la struttura destrutturata della collezione, apparentemente senza sforzo ma frutto di una maestria artigianale suprema. Eminentemente afferrabili e sensuali, queste iconiche costruzioni vengono nuovamente ammorbidite e celebrate, in particolare la Mamma Baguette, più alta, larga e capiente rispetto alla versione standard, un omaggio ad Adele Fendi, fondatrice della Maison e nonna di Silvia Venturini Fendi. La continuità della tradizione pellettiera si riflette anche nei gioielli Fendi Filo, creati da Delfina Delettrez Fendi. Qui, il Filo rappresenta un’evoluzione della Selleria, inizialmente realizzata dai maestri sellai romani, e diviene un filo conduttore tra passato, presente e futuro, legato indissolubilmente alla figura di Adele.