Emma Prempeh: Belonging In-Between
Tiwani Contemporary, Lagos
From March 6th until May 24th, 2025
I dipinti di Emma Prempeh non si limitano a raffigurare ricordi, ma mettono in scena veri e propri incontri con essi. In Belonging In-Between, in mostra alla Tiwani Contemporary di Lagos, le sue opere ripercorrono le complesse tematiche sulla migrazione, sull’eredità e sul senso di appartenenza, ispirandosi al ritorno tanto atteso di sua madre a Saint Vincent, nei Caraibi, dopo quarant’anni di assenza. “Sono ancora alla ricerca di cosa significhi casa per me”, riflette Prempeh. “Ma l’essere in bilico tra due stati è diventato uno spazio in cui posso pormi domande difficili su dove voglio appartenere.” Questo stato intermedio – né partenza né arrivo, né sradicamento né radicamento definitivo – definisce sia la sua esperienza personale che la sua pratica artistica. Attraverso pigmenti stratificati, proiezioni luccicanti e la lenta alchimia dell’ossidazione dello schlag metal (un’imitazione della foglia d’oro), i suoi dipinti catturano la natura instabile e mutevole della memoria stessa.
Le opere di Prempeh, caratterizzate da profondi neri e verdi intensi, si comportano come tracce mutevoli del passato. Con il tempo, le superfici metalliche si trasformano e si deteriorano, sottolineando l’instabilità del ricordo – come si modifica a seconda di chi racconta la storia. Questo senso di cambiamento si estende all’uso delle proiezioni, un aspetto della sua pratica che aggiunge un luccichio spettrale alle sue composizioni già cinematografiche. “La proiezione è un modo per far sì che il mio lavoro sia più di un semplice dipinto,” spiega. “Può muoversi, diventare effimero.” L’atto di osservare diventa così precario, rispecchiando il modo in cui i ricordi emergono e svaniscono.
A un certo punto, le pareti non hanno più saputo contenerla. Tradizionalmente attratta dagli spazi interni, carichi di intimità domestica e peso psicologico, Prempeh si spinge all’esterno, sia in senso letterale che figurato. “Esplorando gli interni, mi sono resa conto che la natura ha un ruolo fondamentale nell’esperienza e nell’identità di ogni paese che visito,” riflette. “Perché stavo escludendo l’importanza del paesaggio nella definizione di cosa significhi casa?” Questa consapevolezza l’ha portata a confrontarsi con le proprie esitazioni nel raffigurare il mondo naturale – un’ammissione quasi ironica, considerando quanto oggi lo integri magistralmente nelle sue opere. Alberi, campi e coste diventano parte integrante del suo concetto di luogo e appartenenza.



In Belonging In-Between emerge un forte legame matriarcale. Prempeh ritrae sua madre e sua nonna con uno sguardo che è al tempo stesso reverente e indagatore, scavando tra le stratificazioni della storia familiare. “Credo che molti di noi non conoscano davvero chi siano i propri genitori,” osserva. “Questo viaggio ha finito per rivelare aspetti di loro che erano rimasti nascosti per molto tempo.” I suoi dipinti non sono semplici rappresentazioni, ma vere e proprie esplorazioni, capaci di riportare alla luce storie che altrimenti sarebbero rimaste sepolte sotto il peso del tempo.
Il suo approccio pittorico è allo stesso tempo archivistico e poetico. “Un pensiero è fugace,” nota, “ma un dipinto ha una sua permanenza.” Eppure, in molti modi, Prempeh abbraccia la transitorietà, accogliendo il lento decadimento dei materiali e il bagliore effimero delle immagini proiettate. È proprio questa tensione tra immobilità e mutamento a conferire alle sue opere un potere ipnotico.


In Belonging In-Between, Prempeh ci offre una riflessione sull’esperienza diasporica che non è né tragica né idealizzata. Accoglie, piuttosto, le sue contraddizioni: la solitudine e la ricchezza, la frammentazione e la sintesi, il desiderio di tornare e l’impossibilità di farlo davvero. “Non so come ciascuno di noi ricordi le proprie esperienze; per me, a volte si mescolano tra loro o riaffiorano come flashback quando manca un pezzo del puzzle,” racconta. I suoi dipinti, proprio come la memoria, sfuggono alla linearità. Vacillano, si dissolvono, ci trattengono in quello spazio intermedio tra passato e presente.

Per un’artista la cui pratica si basa sul guardare indietro, Prempeh ha uno sguardo sorprendentemente rivolto al futuro. Le sue ambizioni – creare mondi immaginari liberi da riferimenti fotografici, approfondire gli esperimenti con la proiezione, esplorare la dimensione metafisica – rivelano un’artista in continua evoluzione. “Voglio dipingere ciò che vedo nella mia mente,” afferma, “trasportarci in regni visivi vibranti senza usare gli occhi.” Con Belonging In-Between, Prempeh ci conduce in quella soglia sfuggente tra esperienza e memoria, uno spazio che percepiamo ma che non possiamo mai raggiungere del tutto.
Per ulteriori informazioni tiwani.co.uk.