Maria Grazia Chiuri riflette sui codici della Maison, sulla sua storia, sul suo passato, e sul tempo che scorre. Il tempo è il ritmo che scandisce il cambiamento, l’avanzare delle mode e delle idee. L’abito viene identificato come vera rappresentazione, della persona, del carattere, della tendenza, del tempo, dell’epoca, dell’ambiente, dell’ispirazione. La moda, allo stesso tempo, si trasforma in una performance quotidiana. I chiari riferimenti sono all’Orlando di Virginia Woolf, a Gianfranco Ferré e a John Galliano. Se la prima idea riflette sull’indagine socioculturale dell’abbigliamento, i due riferimenti moda sono più chiari e didascalici, materici alla visione della collezione. In Orlando l’abbigliamento viene descritto come aspetto capace di identificare il genere, il contesto, il carattere, come unico linguaggio della moda, e come lancetta che detta e scandisce lo scorrere del tempo. Ferré guida la Maison dal 1989 al 1996, portando la sua visione postmoderna della moda, l’omaggio ai simboli di Dior è sempre diretto, ma il tutto viene reinterpretato attraverso un’eleganza scultorea caratteristica della sua mano. Gli succede Galliano, spirito libero, ribelle e stravagante. Reinventa l’Haute Couture e lascia libero sfogo alla sua immaginazione. Il suo spirito eclettico si fonde alla maestria artigiana, e ne deriva un innalzamento culturale straordinario.

Il défilé è variegato, le proposte sono molteplici, tra le più differenti e disparate. Vi sono look sportivi e abiti lunghi, tagli corti e strutturati, lunghezze fluide, trasparenze e tessuti coprenti. Così anche i materiali, cambiano, si evolvono, guardano oltre, verso il cambiamento e l’evoluzione. Lo chiffon e il tulle, la pelle e il montone, il velluto e il damascato. Le giacche possono essere indossate con o senza corsetto, che diventa removibile e presenta zip dall’aspetto rock, le camicie bianche tanto care a Ferré vengono rivisitate con gorgiere e ruches secondo quanto raccontato tra le pagine del libro della Woolf, le crinoline hanno maxi volumi, le t-shirt con la stampa J’Adore Dior iconiche di Galliano tornano in passerella, i bomber e i trench si fanno innovativi in tessuti tecnici, gli abiti in velluto jacquard sono leggeri e versatili. La palette colori è un viaggio nei codici dell’heritage della Maison, la collezione si apre con toni caldi di beige, fanno poi capolino il nero e il bianco ottico, tocchi di rosso e blu notte intenso.

Maria Grazia Chiuri vuole ancora una volta rendere omaggio al lavoro d’insieme, alle ispirazioni, ai dettagli, ai capi. Tutto sembra un grande viaggio nelle collezioni del marchio, un’esplorazione, passo dopo passo, dell’anatomia di una forte identità valoriale. Maison Dior afferma la propria sensibilità contemporanea, raccontata attraverso una celebrazione del savoir-faire artigiano che rende omaggio alle sue radici. La moda, dunque, non è un semplice esercizio di stile, come appare per molti, bensì narrazione ed espressione. La collezione diventa un vero e proprio manifesto di femminilità consapevole, in un equilibrio perfetto tra innovazione audace e heritage affascinante.