BUGONIA

2025.10.22

Testo MUSE Team

Alieni in giacca e cravatta, delirio e disinformazione—Lanthimos crea una satira sci-fi inquietante, sul confine della follia. Bugonia confonde la linea tra fede cieca e paranoia lucida, dove l’assurdo si trasforma in verità.

Dopo aver ridefinito i confini del cinema d’autore con film come The Favourite, Poor Things e Kinds of KindnessT, Yorgos Lanthimos torna dietro la macchina da presa con Bugonia—un film che si preannuncia già come una delle uscite più disturbanti del 2025. Liberamente ispirato al film culto sudcoreano Save the Green Planet!, questo nuovo progetto propone un’audace fusione di satira paranoica e fantascienza grottesca. La storia segue due giovani facilmente influenzabili—uno dei quali interpretato da Jesse Plemons—che rapiscono Michelle Fuller (Emma Stone), una potente dirigente d’azienda. Convinti che sia un’aliena inviata sulla Terra per sterminare l’umanità, la loro ossessione dà il via a una discesa psicologica tanto assurda quanto inquietante.

“Gran parte della distopia presente in questo film non è poi così fittizia… Molti aspetti riflettono profondamente il mondo reale.”

-Yorgos Lanthimos

Al centro di questa nuova visione surreale si trova l’ormai iconica collaborazione creativa tra Lanthimos ed Emma Stone, con l’attrice che torna ancora una volta a interpretare un ruolo complesso e provocatorio. Scritto da Will Tracy (noto per Succession e The Menu), il film offre un’acuta esplorazione dell’isteria collettiva, della sottile linea che separa l’intuizione dall’illusione, e di come le credenze irrazionali—per quanto assurde—possano generare intere realtà alternative. Ambientato in un contesto dominato da disinformazione e fede cieca nelle teorie del complotto, il film restituisce un ritratto inquietante ma estremamente attuale della cultura contemporanea.

“Ho letto la sceneggiatura di Will Tracy e me ne sono innamorato all’istante. Era divertente e coinvolgente, ma allo stesso tempo ti spingeva a riflettere su molte cose. Quando l’ho letta per la prima volta, tre anni fa, mi è sembrata estremamente attuale—e, purtroppo, credo lo sia ancora di più oggi.”

-Yorgos Lanthimos

Dal punto di vista visivo, Bugonia abbraccia un’estetica claustrofobica e onirica: forti contrasti tra luce e ombra, un montaggio frammentato che richiama i ritmi kubrickiani, e un formato 4:3 che intensifica la pressione psicologica. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora volutamente dissonante, che include anche “Basket Case” dei Green Day—specchio perfetto della progressiva disgregazione mentale dei protagonisti. Accanto a Emma Stone e Jesse Plemons, nel cast troviamo Aidan Delbis nel ruolo del secondo rapitore, Stavros Halkias, e una sorprendente Alicia Silverstone nei panni di una giornalista manipolatrice con un’agenda nascosta, immersa nel mondo dei media complottisti. Ogni personaggio, intenzionalmente esasperato, contribuisce alla sensazione di realtà instabile che permea il film, mantenendo lo spettatore in uno stato costante di incertezza.

Per maggiori informazioni focusfeatures.com.

FOLK SONGS

2025.11.07

La nuova mostra di Richard Prince, Folk Songs, è come un disco che gira al contrario: una colonna sonora visiva della sua stessa leggenda. L’artista sostituisce l’ironia elettrica con qualcosa di più intimo, più umano: un ritratto e una playlist di immaginazione inquieta.

JEWELRY

Art Deco Revival

2025.11.06

Van Cleef & Arpels celebra l’eleganza senza tempo in un museo che è esso stesso protagonista. Un viaggio tra epoche e culture, dove l’Art Deco prende vita nel dialogo tra architettura e maestria orafa.

Friedrich Kunath

Aimless Love

2025.11.05

Friedrich Kunath si incontra con Bill Powers in una conversazione che sfuma il confine tra arte e confessione. Il loro scambio diventa un’esperienza nostalgica attraverso ricordi, humor e malinconia, tracciando il terreno emotivo della mostra più personale di Kunath fino ad oggi, Aimless Love.

DANIEL ARNOLD

You Are What You Do

2025.11.04

Con il libro You Are What You Do, nel teatro incessante delle strade di Manhattan, Daniel Arnold dà forma a un racconto di ironia e compassione, dove ogni gesto, ogni volto e ogni ombra contribuiscono a un mosaico che restituisce la città non com’è, ma come si sente.

ISSEY MIYAKE

TYPE-XIII Eugene Studio project

2025.10.27

A Parigi, la collaborazione fra A-POC ABLE ISSEY MIYAKE ed Eugene Kangawa apre una finestra sensoriale tra sperimentazione tessile, installazione e arte della luce, la mostra invita il pubblico ad attraversare superfici che raccontano la memoria e il tempo.