The Heartbeat

2025.10.05

Testo MUSE Magazine

Il debutto di Piccioli da Balenciaga con la collezione Spring/Summer 2026, intitolata The Heartbeat, è un atto di equilibrio: tra rispetto per l’heritage e una visione nuova, concreta e sartoriale.

Non è la nostalgia a guidare la prima collezione di Pierpaolo Piccioli per Balenciaga. Né si tratta di un semplice esercizio di stile sulla storia. È qualcosa di più sottile e in un certo senso radicale: una riscrittura silenziosa del linguaggio di Cristóbal Balenciaga, a partire dai suoi codici fondanti. Piccioli sceglie di tornare all’essenza della moda, a quel punto di contatto intimo tra corpo e abito—uno spazio astratto che separa, o forse unisce, questi due mondi. La sua visione è costruita attorno a un’idea chiara: la moda come tensione continua tra tecnica e anima, un lavoro che accosta la precisione quasi scientifica di Balenciaga al tocco romantico del suo nuovo direttore creativo. Con questo debutto, Piccioli non ha cancellato nulla dell’heritage della Maison: né l’eredità del fondatore e dei grandi nomi che hanno preso il suo posto nel corso del tempo, né i momenti più recenti vissuti sotto la guida del suo predecessore. Al contrario, è riuscito a parlare a tutte le anime di Balenciaga, conquistando sia i cultori dell’archivio e della tradizione, sia i seguaci della stagione di Demna.

C’è un intenso lavoro di archivio ed è questo che si apprende immediatamente dopo l’uscita del primo look in passerella: un chiaro riferimento all’abito Sack Dress del 1957. I richiami al fondatore sono numerosi ed evidenti, ma ben si sposano con la visione di Piccioli, che emerge in modo altrettanto forte. La sua firma sta nelle sagome aggraziate e scultoree o anche nell’uso radicale del colore. I volumi sono presenti e rappresentano un esempio di grande precisione sartoriale, poiché, pur essendo strutturati e ampi, non sono pesanti armature che rendono difficoltoso il movimento. È qui che si coglie la vera rivoluzione: la leggerezza come concetto progettuale di partenza e come obiettivo finale, in tutto, non solo come risultato estetico. Il lavoro sul tessuto è probabilmente l’aspetto più emblematico dell’intera collezione. Il “neo-gazar” è una nuova declinazione del celebre materiale creato da Balenciaga nel 1958. Piccioli non riporta semplicemente in auge lo stesso elemento inventato dal fondatore della Maison, ma realizza una ripresa storica che conduce a una reinvenzione con materiali contemporanei. Strutturato ma fluido, il neo-gazar viene costruito con una doppia tessitura che unisce garza e organza, arricchita da un filo in seta e lana che ne ammorbidisce la rigidità. Il risultato è un tessuto scultoreo, ma adatto al tailoring. Anche in questo caso, il concetto di equilibrio tra volume e leggerezza viene applicato.

“Esistiamo nel sentire, nel riconoscere, nel ricordo di ciò che siamo stati e nell’immaginazione di ciò che diventeremo. Quello che mi ha portato fin qui è stato un viaggio carico di emozioni, che mi ha spinto avanti con forza—non solo insegnandomi, ma anche rivelandomi parti di me che conoscevo a malapena.”

-Pierpaolo Piccioli

Attraverso una selezione di capi, il designer ci mostra cosa rappresenta davvero la Maison per lui. Si parte da pezzi riconoscibili–giacche di pelle, chino, t-shirt e maglieria. Le proporzioni sono cambiate e trasformano l’abituale in qualcosa di completamente nuovo. I ricami, che siano piume o fiori ricavati dallo stesso tessuto, non servono a decorare, ma a scolpire. Le superfici non puntano solo alla bellezza: parlano un linguaggio che ha più a che fare con l’architettura che con la decorazione, un ulteriore aspetto al quale Piccioli fa caso e che definisce da sempre l’identità di Balenciaga. Anche la maglia, solitamente morbida e casual, prende forma, si fa rigida, quasi strutturale. A completare il quadro ci sono gli accessori. Occhiali oversize, quasi da insetto, sandali con un plateau massiccio e guanti lunghissimi che arrivano fino al gomito: dettagli che richiamano l’estetica riconoscibile del brand, ma che si inseriscono perfettamente in questa nuova visione, più decisa, più costruita.

Un’ambientazione intima ma anche rigorosa ospita la prima sfilata di Piccioli alla guida di Balenciaga, si tratta di un salotto parigino reinterpretato per l’occasione, intriso di Getaria, profumo dedicato alla città natale di Balenciaga. Infine, il gesto più importante del designer in questa collezione sta proprio in questo, ringraziare il fondatore della Maison ed omaggiarlo, ma senza eccessive nostalgie, Piccioli commuove con la precisione e con l’attenzione al dettaglio. Con in mano tutti gli strumenti necessari, svolge un’operazione chirurgica sull’identità di Balenciaga. Un debutto che ha il coraggio di non voler piacere a tutti, ma di voler parlare a chi sa ascoltare.

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