Cuore della cultura cinematografica londinese, il Curzon Mayfair Cinema ha ospitato la tanto attesa anteprima di Autobiografia di una Borsetta, 29º episodio di Miu Miu Women’s Tales, firmata dalla rinomata autrice britannica Joanna Hogg. La serata di presentazione è stata una celebrazione della libertà artistica e dell’innovazione narrativa, culminata in un coinvolgente dialogo tra la regista e Penny Martin, editor e critica culturale. Il loro confronto ha esplorato la prospettiva evocativa del film, l’intersezione tra moda e narrazione e le tecniche sperimentali che definiscono lo stile cinematografico di Hogg.
“Qual è il punto di vista di una borsetta? Come vede il mondo?”
Ambientato tra gli ampi paesaggi della Maremma italiana, il corto segue una protagonista insolita: una borsa Miu Miu Wander bianca. Segnata dal tempo e consumata dall’uso, giace solitaria su una roccia, osservando silenziosamente il mondo intorno a sé. Non un semplice oggetto, ma un borsa con una storia da raccontare. Dall’impeccabile nascita in fabbrica fino alla quieta solitudine nella campagna toscana, il film invita ad ascoltare il racconto della sua esistenza, plasmata dal contatto umano, e dal passaggio tra diversi proprietari e contesti sociali. Dallo splendore di una sontuosa villa alle ombre delle periferie urbane, il viaggio della borsa dipinge un ritratto intenso dell’Italia contemporanea. Sovvertendo le convenzioni cinematografiche tradizionali, nella narrazione di Hogg la borsa non è solo un accessorio: diventa osservatrice e narratrice, uno specchio che riflette le esperienze umane—gioia, amore, perdita e resilienza.
La visione registica di Joanna Hogg per Autobiografia di una Borsetta è tanto radicale quanto poetica. Ispirata dal libro The Prop di John David Rhodes ed Elena Gorfinkel, che analizza il ruolo degli oggetti nel cinema, Hogg reinterpreta il linguaggio visivo della narrazione cinematografica.“Qual è la prospettiva di una borsa? Come vede il mondo? E se vedesse come un insetto?” Questi interrogativi l’hanno spinta a utilizzare un obiettivo ultra-grandangolare, in cui gli esseri umani — interpretati interamente da un cast di non-attori — restano sullo sfondo, mentre la borsa occupa il centro della scena. Il film è stato girato con quattro iPhone 16, una scelta audace che ha permesso una straordinaria agilità nel catturare il viaggio dell’oggetto. Fondendo naturalismo e realismo magico l’approccio di Hogg crea un’esperienza immersiva in cui un semplice oggetto si carica di profondità emotiva ed espressiva.

“Quando lavoravo in televisione, a volte mi sembrava di avere le mani legate dietro la schiena. Anche se economicamente gratificante, sentivo di non esprimermi davvero. Lavorare nel cinema mi ha dato la possibilità di esprimere il mio pieno potenziale creativo.”
Con Autobiografia di una Borsetta, Joanna Hogg firma il 29º episodio di Miu Miu Women’s Tales, la pionieristica serie che sostiene le registe e le loro visioni artistiche. Lanciata più di quindici anni fa, l’iniziativa è diventata la piattaforma più longeva del suo genere, invitando alcune delle cineaste più innovative a ridefinire la femminilità attraverso il cinema.
Ciò che rende questo progetto unico è la totale libertà creativa concessa alle registe. Ognuna di loro ha carta bianca per esplorare la femminilità nel XXI secolo, abbracciandone contraddizioni e sfaccettature. Dal potere al desiderio, dalla vanità alla vulnerabilità, Women’s Tales è diventato uno strumento culturale attraverso cui esaminare la condizione femminile contemporanea. Con figure di spicco come Ava DuVernay, Maggie Gyllenhaal e Catherine Martin a guidarne l’evoluzione, Miu Miu continua a creare un ecosistema in cui narrazione e stile si intrecciano in modo straordinario. Come afferma Miuccia Prada: “una conversazione tra donne, sulle donne.”
Dopo la première londinese, il film sarà disponibile in streaming globalmente su MUBI a partire dal 23 febbraio 2025, permettendo a un pubblico più ampio di immergersi nella visione unica di Hogg.
