La narrazione è priva di dettagli superflui, di fronzoli non necessari al racconto di una storia ben chiara nella mente del Direttore Creativo Anthony Vaccarello. Una ricerca volta a rendere omaggio all’ideale di Saint Laurent. Una moda pura, raccontata per quello che è. La costruzione precisa e attenta modella i capi e le silhouette, in un’atmosfera che si fa allo stesso tempo classica e ribelle. I contorni naturali del corpo femminile sono seguiti alla perfezione, grazie alla maestria creativa dell’abbigliamento. Vaccarello mette in gioco tutta la sua sensibilità artistica per dare vita e plasmare una storia emotiva, di costruzione sensazionale. L’abbigliamento parla da sé, non ha bisogno di introduzioni o spiegazioni, i vestiti dicono già tutto quello che c’è da raccontare e mostrare. Niente è urlato, nulla è eccessivo. La creatività di una mente geniale è in grado di riaccendere emozioni profonde, legate alla storia, alla bellezza, all’amore, al desiderio. Questo immaginario primordiale viene anche ripreso attraverso una ricerca attenta del colore, che si fa primario nelle sue tonalità più sobrie, anche in questo aspetto il ritorno all’essenza appare evidente, nella vera pulizia dell’abito che deve essere in grado di raccontare il percorso di una donna sicura.

“Volevo qualcosa di pulito, senza ornamenti, senza decorazioni, senza… niente.”
L’idea della silhouette parte dallo studio del volume della spalla, la forma si assottiglia lungo il corpo, verso la lunghezza, in un triangolo rovesciato. Il collo alto slancia le figure, così come le cinture di pelle allacciate attorno alle anche. Le forme sono forti e audaci. Top lucidi si alternano a stampe leopardate e floreali semitrasparenti, le classiche gonne a tubino scendono fino al ginocchio, i bomber così come i mini dress hanno le spalle larghe, gli abiti sono presentati con delle forme a sacco che avvolgono il corpo, le blouse hanno ampi fiocchi sul retro. Infine, la sera viene descritta in una sezione altamente scenografica, ampie gonne da ballo voluminose sono abbinate a semplici canotte di seta e pizzo, in un intimo rimando alla lingerie, oppure a giacche di pelle da aviatore, prese in prestito dal guardaroba maschile. Gli unici accessori presenti sono i maxi occhiali da sole che avvolgono occhi e tempie a conferire un non so che di nascosto e fantasioso; i guanti di pelle sono abbondanti nel tessuto e sono presentati in colori scuri; gli orecchini sono come sempre maxi, insieme ai collier applicati agli scolli tondi: punti luce sensuali e femminili realizzati in cristallo di rocca. Le scarpe a punta creano invece l’unica nota di contrasto: sulla punta è applicata una rosa quadrata in raso.

“Mi piaceva davvero questa idea di elasticità, di movimento—tutto per dare una sensazione di libertà. Non c’è realmente struttura; i volumi nascono dalla forma dei vestiti e dei tessuti—e tutto è leggero.”
La collezione porta con sé un’aura ultraterrena, una sensazione di impenetrabile e imperturbabile moda. Una profondità che esce allo scoperto in un gioco di proporzioni. L’ispirazione ci era stata svelata e concessa dal video di Amalia Vairelli, musa di Monsieur Yves Saint Laurent, che alla domanda Cosa è Saint Laurent? risponde, C’est l’amour.
Ed è proprio l’amore per la storia della Maison a rendere possibile tutto il lavoro che Vaccarello ci sta donando, un gesto d’amore verso chi s’interessa di moda, verso chi la moda la guarda, l’ammira, la sogna. Ma anche l’amore per la concretezza di un racconto che si fa vivido, per i codici di un heritage che non si può sostituire, per la bellezza e l’armonia che sta nella complessità umana, per l’equilibrio tra il rigore e l’innovazione.